Pascoli affidò alla prosa la Ginestra (1898) una propria personale lettura dell’ultima stagione leopardiana. Fu l’occasione per una riflessione più ampia che gli permise di mettere in luce un tratto specifico della riflessione di Leopardi, in cui la questione del “pessimismo” veniva interpretata alla luce della acquisita consapevolezza del ruolo dell’uomo nell’universo. Lungo la linea ideale che da Leopardi conduce a Pirandello, Pascoli si situa in modo originale, leggendo in modo originale l’idea di solidarietà che era già presente nell’ultimo Leopardi. Il saggio confronta testi in prosa e liriche tra loro strettamente correlate e cerca di ricostruire la fortuna di un tema nel complesso passaggio tra Otto e Novecento.
LEOPARDI, PASCOLI, PIRANDELLO E LE COLPE DI COPERNICO
Sebastiano Valerio
2020-01-01
Abstract
Pascoli affidò alla prosa la Ginestra (1898) una propria personale lettura dell’ultima stagione leopardiana. Fu l’occasione per una riflessione più ampia che gli permise di mettere in luce un tratto specifico della riflessione di Leopardi, in cui la questione del “pessimismo” veniva interpretata alla luce della acquisita consapevolezza del ruolo dell’uomo nell’universo. Lungo la linea ideale che da Leopardi conduce a Pirandello, Pascoli si situa in modo originale, leggendo in modo originale l’idea di solidarietà che era già presente nell’ultimo Leopardi. Il saggio confronta testi in prosa e liriche tra loro strettamente correlate e cerca di ricostruire la fortuna di un tema nel complesso passaggio tra Otto e Novecento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.