Recentemente la ricerca didattica e le buone pratiche in Educazione Fisica, hanno evidenziato significativi progressi riguardo l’analisi disciplinare, la selezione dei contenuti e delle modalità organizzative in diversi contesti ed ambienti educativi. Numerose pubblicazioni, manuali didattici e siti internet, infatti, riportano non solo un continuo ampliamento e revisione dei repertori di compiti motori, modalità organizzative, uso di attrezzi, adattamenti dei compiti motori alle differenze individuali, funzionali all’apprendimento ed allo sviluppo motorio del bambino ma anche matrici da cui partire per individuare nuovi “compiti di realtà”, snodi interdisciplinari per promuovere competenze motorie. Al contrario, richiederebbero un ampliamento e maggiore rigore metodologico, gli studi sulle modalità di insegnamento e, indirettamente, sulle modalità di apprendimento delle competenze motorie dei bambini. È riconosciuto che le attività motorie destrutturate contribuiscono allo sviluppo motorio del bambino (soprattutto per contrastare le abitudini sedentarie) ma è indiscutibile il ruolo dell’educatore per promuovere il passaggio dalle attività motorie spontaneo-ricreative ad esperienze motorie che contribuiscono ad arricchire il repertorio personale di abilità motorie, conoscenze, valori e comportamenti, consapevolezza della corporeità. In altri termini, è sempre più difficile condividere, alcune convinzioni su un’evoluzione spontanea dell’unità della persona, l’apprendimento e lo sviluppo di competenze motorie riconducibile all’occasionalità ed alla sporadicità delle proposte didattiche o a interventi didattico-metodologici non intenzionali. Soprattutto a scuola, la proposta di compiti ed esperienze motorie, infatti, richiedono intenzionalità didattica per favorire la mediazione tra attività-insegnante-ambiente, apprendimenti significativi e, in generale, qualità dell’insegnamento attraverso numerose e diverse opportunità educative rivolte a tutti i bambini. Nel contributo seguente dopo aver definito le competenze motorie, svilupperemo il modello degli stili d’insegnamento al fine di definire i rapporti tra gli obiettivi ed i contenuti disciplinari, le modalità organizzative ed i ruoli dell’insegnante e dell’allievo nel processo didattico.
Stili d'insegnamento e apprendimento delle competenze motorie nella scuola primaria
Dario Colella
Writing – Review & Editing
2020-01-01
Abstract
Recentemente la ricerca didattica e le buone pratiche in Educazione Fisica, hanno evidenziato significativi progressi riguardo l’analisi disciplinare, la selezione dei contenuti e delle modalità organizzative in diversi contesti ed ambienti educativi. Numerose pubblicazioni, manuali didattici e siti internet, infatti, riportano non solo un continuo ampliamento e revisione dei repertori di compiti motori, modalità organizzative, uso di attrezzi, adattamenti dei compiti motori alle differenze individuali, funzionali all’apprendimento ed allo sviluppo motorio del bambino ma anche matrici da cui partire per individuare nuovi “compiti di realtà”, snodi interdisciplinari per promuovere competenze motorie. Al contrario, richiederebbero un ampliamento e maggiore rigore metodologico, gli studi sulle modalità di insegnamento e, indirettamente, sulle modalità di apprendimento delle competenze motorie dei bambini. È riconosciuto che le attività motorie destrutturate contribuiscono allo sviluppo motorio del bambino (soprattutto per contrastare le abitudini sedentarie) ma è indiscutibile il ruolo dell’educatore per promuovere il passaggio dalle attività motorie spontaneo-ricreative ad esperienze motorie che contribuiscono ad arricchire il repertorio personale di abilità motorie, conoscenze, valori e comportamenti, consapevolezza della corporeità. In altri termini, è sempre più difficile condividere, alcune convinzioni su un’evoluzione spontanea dell’unità della persona, l’apprendimento e lo sviluppo di competenze motorie riconducibile all’occasionalità ed alla sporadicità delle proposte didattiche o a interventi didattico-metodologici non intenzionali. Soprattutto a scuola, la proposta di compiti ed esperienze motorie, infatti, richiedono intenzionalità didattica per favorire la mediazione tra attività-insegnante-ambiente, apprendimenti significativi e, in generale, qualità dell’insegnamento attraverso numerose e diverse opportunità educative rivolte a tutti i bambini. Nel contributo seguente dopo aver definito le competenze motorie, svilupperemo il modello degli stili d’insegnamento al fine di definire i rapporti tra gli obiettivi ed i contenuti disciplinari, le modalità organizzative ed i ruoli dell’insegnante e dell’allievo nel processo didattico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.