Il contributo riflette sulla validità e attualità di un antico genere letterario, quello biografico, in occasione della pubblicazione da parte di Giuseppe Trincucci del diario dell'ambasciatore Ottavio de Peppo, nobile lucerino la cui carriera diplomatica e nell'amministrazione pubblica si colloca a cavallo tra le stagioni dell'Italia liberal-democratica e di quella fascista. Gli strali degli esponenti della "nouvelle histoire" contro le biografie - perché è la storia a fare l'uomo e non viceversa - sono necessariamente mitigati dal valore di una produzione storiografica di valore evidente, incentrata sulla ricostruzione delle vicende di personalità e figure di varie epoche, produzione alla quale gli stessi "annalisti" hanno contribuito. Ci si interroga, quindi, sulla parabola del de Peppo, e sulla "naturalità" della sua conversione al fascismo: un servitore dello Stato liberale che si adatta facilmente, per convinzione e non per convenienza, ai metodi e alla ideologia più antiliberale. Si traccia, infine, un bilancio dell'esperienza di de Peppo come rappresentante italiano ad Ankara, durante la seconda guerra mondiale, a contatto con Angelo Giuseppe Roncalli e Franz von Papen.

Ottavio de Peppo tra liberalismo e totalitarismi.

Stefano Picciaredda
2020-01-01

Abstract

Il contributo riflette sulla validità e attualità di un antico genere letterario, quello biografico, in occasione della pubblicazione da parte di Giuseppe Trincucci del diario dell'ambasciatore Ottavio de Peppo, nobile lucerino la cui carriera diplomatica e nell'amministrazione pubblica si colloca a cavallo tra le stagioni dell'Italia liberal-democratica e di quella fascista. Gli strali degli esponenti della "nouvelle histoire" contro le biografie - perché è la storia a fare l'uomo e non viceversa - sono necessariamente mitigati dal valore di una produzione storiografica di valore evidente, incentrata sulla ricostruzione delle vicende di personalità e figure di varie epoche, produzione alla quale gli stessi "annalisti" hanno contribuito. Ci si interroga, quindi, sulla parabola del de Peppo, e sulla "naturalità" della sua conversione al fascismo: un servitore dello Stato liberale che si adatta facilmente, per convinzione e non per convenienza, ai metodi e alla ideologia più antiliberale. Si traccia, infine, un bilancio dell'esperienza di de Peppo come rappresentante italiano ad Ankara, durante la seconda guerra mondiale, a contatto con Angelo Giuseppe Roncalli e Franz von Papen.
2020
9788893760959
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/390504
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