L’analisi del valore presuppone l’esame in ottica prospettica di tre dimensioni tra loro corre-late: di redditività, di rischiosità e temporale. L’analisi di tali dimensioni si traduce nella stima dell’insieme delle leve del valore economico di un’azienda: i flussi prospettici; il tasso di capitalizzazione/attualizzazione; l’orizzonte temporale di previsione. In tal senso, i flussi di risultato rappresentano una leva imprescindibile del valore economico di un’azienda e la loro previsione una fase rilevante del processo di valutazione. Le previsioni possono riguardare sia i flussi reddituali che i flussi finanziari. In ogni caso, la bontà della previsione quantitativa dei flussi è collegata all’analisi qualitativa delle future strategie aziendali. Per la determinazione dei flussi prospettici è necessario prendere in considerazione la porta-ta dei cambiamenti in atto e prevedibili negli assetti gestionali e nella formula strategica, così da scegliere la modalità più opportuna tra: il metodo storico-evolutivo; il metodo strategico-innovativo; il metodo misto per aree strategiche. Dal punto di vista quantitativo, per stimare e rappresentare flussi di risultato attesi risulta opportuno provvedere alla redazione di schemi e prospetti riguardanti: i flussi economici; i flussi finanziari; la prevedibile evoluzione e la struttura del capitale investito. La previsione dei flussi attesi richiede la redazione di conti economici, rendiconti finanziari e stati patrimoniali prospettici in grado di evidenziare anche la struttura del capitale investito e le sue modalità di copertura. In particolare, le previsioni relative ai flussi economici e finanziari vengo-no normalmente sviluppate mediante prospetti di valenza gestionale in grado di fornire importanti informazioni non solo sulla quantità dei flussi attesi ma anche sulla loro qualità e sulle loro modalità di formazione. I flussi economici vengono rappresentati in un conto economico (CE) articolato per aree gestionali: operativo-caratteristica, accessoria, finanziaria e fiscale. I principali modelli utilizzati per il conto economico sono: il modello a valore della produzione e a valore aggiunto; il modello a costo del venduto; il modello a margine di contribuzione. Tutti i modelli consentono di determinare il reddito operativo e il reddito netto. Lo stato patrimoniale, che potrebbe essere redatto anche con il modello finanziario, ai fini delle valutazioni d’azienda dovrebbe essere redatto con il modello gestionale che consente di individuare importanti margini sia per gli impieghi che per le fonti. Tra questi risultano particolarmente utili, da un lato, il capitale investito netto e, dall’altro, la posizione finanzia-ria netta. Per la redazione del rendiconto finanziario, che può avvenire in modalità diretta o indiretta, risulta preferibile il modello “gestionale” basato sui flussi di cassa, in grado evidenziare il contributo a generare liquidità delle diverse aree della gestione (la gestione corrente, la gestione degli investimenti e la gestione finanziaria). Coerentemente, consente di individuare flussi finanziari utilizzati nelle valutazioni d’azienda come le Capex, il flusso di cassa operativo e il flusso di cassa netto. I flussi di risultato attesi possono essere calcolati secondo le due seguenti metriche: asset side ed equity side. Dal punto di vista applicativo, pur calcolando grandezze differenti, focalizzate sulla dimensione operativa o netta del flusso atteso, il punto di ricongiunzione è rappresentato dalla determinazione dell’equity value, allorché all’enterprise value sia sottratto il valore corrente della posizione finanziaria netta, determinato alla data della valutazione. Nell’intento di rappresentare con maggiore efficacia e veridicità l’andamento futuro del sistema d’azienda oggetto di valutazione, i flussi di risultato attesi vengono sottoposti ad un processo di normalizzazione, in base al quale vengono effettuate delle rettifiche, per eliminare gli effetti sortiti da accadimenti e circostanze non ricorrenti o anomali, dalle politiche di bilancio, dagli errori contabili, dall’inflazione nonché dalla determinazione delle imposte se-condo la normativa fiscale, in luogo della competenza economica.
Le leve del valore: i flussi economici e i flussi finanziari
Corvino A.
2020-01-01
Abstract
L’analisi del valore presuppone l’esame in ottica prospettica di tre dimensioni tra loro corre-late: di redditività, di rischiosità e temporale. L’analisi di tali dimensioni si traduce nella stima dell’insieme delle leve del valore economico di un’azienda: i flussi prospettici; il tasso di capitalizzazione/attualizzazione; l’orizzonte temporale di previsione. In tal senso, i flussi di risultato rappresentano una leva imprescindibile del valore economico di un’azienda e la loro previsione una fase rilevante del processo di valutazione. Le previsioni possono riguardare sia i flussi reddituali che i flussi finanziari. In ogni caso, la bontà della previsione quantitativa dei flussi è collegata all’analisi qualitativa delle future strategie aziendali. Per la determinazione dei flussi prospettici è necessario prendere in considerazione la porta-ta dei cambiamenti in atto e prevedibili negli assetti gestionali e nella formula strategica, così da scegliere la modalità più opportuna tra: il metodo storico-evolutivo; il metodo strategico-innovativo; il metodo misto per aree strategiche. Dal punto di vista quantitativo, per stimare e rappresentare flussi di risultato attesi risulta opportuno provvedere alla redazione di schemi e prospetti riguardanti: i flussi economici; i flussi finanziari; la prevedibile evoluzione e la struttura del capitale investito. La previsione dei flussi attesi richiede la redazione di conti economici, rendiconti finanziari e stati patrimoniali prospettici in grado di evidenziare anche la struttura del capitale investito e le sue modalità di copertura. In particolare, le previsioni relative ai flussi economici e finanziari vengo-no normalmente sviluppate mediante prospetti di valenza gestionale in grado di fornire importanti informazioni non solo sulla quantità dei flussi attesi ma anche sulla loro qualità e sulle loro modalità di formazione. I flussi economici vengono rappresentati in un conto economico (CE) articolato per aree gestionali: operativo-caratteristica, accessoria, finanziaria e fiscale. I principali modelli utilizzati per il conto economico sono: il modello a valore della produzione e a valore aggiunto; il modello a costo del venduto; il modello a margine di contribuzione. Tutti i modelli consentono di determinare il reddito operativo e il reddito netto. Lo stato patrimoniale, che potrebbe essere redatto anche con il modello finanziario, ai fini delle valutazioni d’azienda dovrebbe essere redatto con il modello gestionale che consente di individuare importanti margini sia per gli impieghi che per le fonti. Tra questi risultano particolarmente utili, da un lato, il capitale investito netto e, dall’altro, la posizione finanzia-ria netta. Per la redazione del rendiconto finanziario, che può avvenire in modalità diretta o indiretta, risulta preferibile il modello “gestionale” basato sui flussi di cassa, in grado evidenziare il contributo a generare liquidità delle diverse aree della gestione (la gestione corrente, la gestione degli investimenti e la gestione finanziaria). Coerentemente, consente di individuare flussi finanziari utilizzati nelle valutazioni d’azienda come le Capex, il flusso di cassa operativo e il flusso di cassa netto. I flussi di risultato attesi possono essere calcolati secondo le due seguenti metriche: asset side ed equity side. Dal punto di vista applicativo, pur calcolando grandezze differenti, focalizzate sulla dimensione operativa o netta del flusso atteso, il punto di ricongiunzione è rappresentato dalla determinazione dell’equity value, allorché all’enterprise value sia sottratto il valore corrente della posizione finanziaria netta, determinato alla data della valutazione. Nell’intento di rappresentare con maggiore efficacia e veridicità l’andamento futuro del sistema d’azienda oggetto di valutazione, i flussi di risultato attesi vengono sottoposti ad un processo di normalizzazione, in base al quale vengono effettuate delle rettifiche, per eliminare gli effetti sortiti da accadimenti e circostanze non ricorrenti o anomali, dalle politiche di bilancio, dagli errori contabili, dall’inflazione nonché dalla determinazione delle imposte se-condo la normativa fiscale, in luogo della competenza economica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.