Con soluzioni di comunicazione e di divulgazione fino a pochi anni fa impensabili, le nuove tecnologie dell’ICT stanno penetrando ogni aspetto del processo di fruizione del patrimonio artistico-culturale europeo, a tal punto da essere considerate un indicatore di capitale culturale (tra gli altri: Bonacini, 2011; Tondeur et al., 2011). Tale situazione ha condotto ad un’evidente riconfigurazione dell’utenza, con un mercato che sta sempre di più ampliandosi conquistando l’attenzione del nativo digitale. Rispetto al turista tradizionale, il nativo digitale, propenso a fruire di servizi smart, è orientato verso le organizzazioni del settore aperte all’adozione di nuove tecnologie multimediali. Ne consegue che il potenziale competitivo di queste organizzazioni sta ne dover realizzare un’esperienza personalizzata e non necessariamente on-site totalmente compliance ai bisogni e ai gusti del consumatore cosiddetto millennial (de Falco & La Foresta, 2017). In estrema sintesi, lo scenario socio-economico all’interno del quale il patrimonio culturale è gestito e offerto appare, pertanto, radicalmente mutato ad opera: 1. dei processi innovativi che, nella cornice delle evoluzioni 4.0, modificano contenuti e forma dell’erogazione dei servizi turistici e culturali; 2. delle diverse modalità di risposta/coinvolgimento dei fruitori. L’innovazione, da opzione strategica, diviene imperativo non trascurabile per le imprese che intendono essere competitive. Concorde appare a tal proposito l’ampia letteratura che ha indagato tali dinamiche innovative. In particolare, il riferimento è agli studi che hanno rintracciato nelle ICT l’elemento in grado di rivoluzionare il turismo a livello mondiale, producendo importanti effetti in capo ai diversi attori coinvolti nella creazione di value proposition e di fruizione del medesimo valore (tra gli altri: Buhalis e O’Connor, 2005; Sundbo et al., 2007; Orfila-Sintes e Mattsson, 2009; Aldebert et al., 2011; Lopez-Fernandez et al., 2011; Meneses e Teixeira, 2011). L’attenzione degli studiosi e degli operatori del settore è andata a convergere, tra gli altri aspetti, sull’analisi dei vantaggi derivanti dall’adozione di una condotta innovativa nel settore turistico con un’importante ricaduta su “turisti, consumatori, imprese e organizzazioni turistiche operanti nell’ampio indotto turistico. E' interessante rilevare l’azione promossa dalla ricerca in ICT nel settore museale che, in termini di ampliamento delle dimensioni dei servizi museali, attraverso la dotazione di tools e devices, in una visione human-centric, rende ogni individuo-utente impegnato attivamente nella produzione e condivisione di contenuti, in un dialogo costante con il luogo di cultura (tra gli altri Michielon, 2017). Al contempo, il panorama socio-economico va via via arricchendosi di un numero crescente di imprese del settore turistico-culturale che mostrano interesse per diverse applicazioni dell’ICT da impiegare nelle attività di back-office e, ancora, per lo sviluppo di servizi integrativi basati sul web, l’utilizzo di clean technology e la costruzione di artefatti adatti ad essere fruiti e promossi mediante, ad esempio, l’augmented reality (Nigro et al., 2016; Nigro e Iannuzzi, 2018). Il contributo sceglie quale focus di indagine le organizzazioni museali, andando ad indagarne la propensione a innovare e partendo dall’assunto che le ICT configurino una risorsa strategica chiave per la competitività museale. In particolare, il contributo propone un’analisi empirica finalizzata ad indagare l’utilizzo dell’ICT nel settore turistico europeo per la promozione del patrimonio artistico-culturale.

Musei 4.0 Le tecnologie digitali a supporto della fruizione del patrimonio artistico e culturale. Un’analisi empirica su un campione di musei europei

Nigro, Claudio;Iannuzzi, Enrica
2019-01-01

Abstract

Con soluzioni di comunicazione e di divulgazione fino a pochi anni fa impensabili, le nuove tecnologie dell’ICT stanno penetrando ogni aspetto del processo di fruizione del patrimonio artistico-culturale europeo, a tal punto da essere considerate un indicatore di capitale culturale (tra gli altri: Bonacini, 2011; Tondeur et al., 2011). Tale situazione ha condotto ad un’evidente riconfigurazione dell’utenza, con un mercato che sta sempre di più ampliandosi conquistando l’attenzione del nativo digitale. Rispetto al turista tradizionale, il nativo digitale, propenso a fruire di servizi smart, è orientato verso le organizzazioni del settore aperte all’adozione di nuove tecnologie multimediali. Ne consegue che il potenziale competitivo di queste organizzazioni sta ne dover realizzare un’esperienza personalizzata e non necessariamente on-site totalmente compliance ai bisogni e ai gusti del consumatore cosiddetto millennial (de Falco & La Foresta, 2017). In estrema sintesi, lo scenario socio-economico all’interno del quale il patrimonio culturale è gestito e offerto appare, pertanto, radicalmente mutato ad opera: 1. dei processi innovativi che, nella cornice delle evoluzioni 4.0, modificano contenuti e forma dell’erogazione dei servizi turistici e culturali; 2. delle diverse modalità di risposta/coinvolgimento dei fruitori. L’innovazione, da opzione strategica, diviene imperativo non trascurabile per le imprese che intendono essere competitive. Concorde appare a tal proposito l’ampia letteratura che ha indagato tali dinamiche innovative. In particolare, il riferimento è agli studi che hanno rintracciato nelle ICT l’elemento in grado di rivoluzionare il turismo a livello mondiale, producendo importanti effetti in capo ai diversi attori coinvolti nella creazione di value proposition e di fruizione del medesimo valore (tra gli altri: Buhalis e O’Connor, 2005; Sundbo et al., 2007; Orfila-Sintes e Mattsson, 2009; Aldebert et al., 2011; Lopez-Fernandez et al., 2011; Meneses e Teixeira, 2011). L’attenzione degli studiosi e degli operatori del settore è andata a convergere, tra gli altri aspetti, sull’analisi dei vantaggi derivanti dall’adozione di una condotta innovativa nel settore turistico con un’importante ricaduta su “turisti, consumatori, imprese e organizzazioni turistiche operanti nell’ampio indotto turistico. E' interessante rilevare l’azione promossa dalla ricerca in ICT nel settore museale che, in termini di ampliamento delle dimensioni dei servizi museali, attraverso la dotazione di tools e devices, in una visione human-centric, rende ogni individuo-utente impegnato attivamente nella produzione e condivisione di contenuti, in un dialogo costante con il luogo di cultura (tra gli altri Michielon, 2017). Al contempo, il panorama socio-economico va via via arricchendosi di un numero crescente di imprese del settore turistico-culturale che mostrano interesse per diverse applicazioni dell’ICT da impiegare nelle attività di back-office e, ancora, per lo sviluppo di servizi integrativi basati sul web, l’utilizzo di clean technology e la costruzione di artefatti adatti ad essere fruiti e promossi mediante, ad esempio, l’augmented reality (Nigro et al., 2016; Nigro e Iannuzzi, 2018). Il contributo sceglie quale focus di indagine le organizzazioni museali, andando ad indagarne la propensione a innovare e partendo dall’assunto che le ICT configurino una risorsa strategica chiave per la competitività museale. In particolare, il contributo propone un’analisi empirica finalizzata ad indagare l’utilizzo dell’ICT nel settore turistico europeo per la promozione del patrimonio artistico-culturale.
2019
9788833652542
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/384806
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