Il piano complessivo dell’opera si articola in due tomi, tra loro strutturalmente collegati. Il primo, qui presentato, costituisce una vera e propria storia dell’arte nell’Italia del Seicento, in cui la capitale del Viceregno spagnolo, Napoli, appare in competizione e in dialogo costanti con Roma e con l’altro polo spagnolo in Italia, il ducato di Milano. Singolarmente attivo è il ruolo giocato per quasi quarant’anni da Pescocostanzo, località posta in posizione strategica tra le due grandi capitali del Centro e del Sud, polo di attrazione per molti artisti lombardi fin dal Quattrocento; molto articolati si rivelano i movimenti degli artisti, anche stranieri, tra Milano, Roma, Napoli e centri minori del Viceregno; nuova è la ricostruzione completa (poggiata su documenti che si ritenevano perduti) del ruolo che il fondatore dell’Accademia napoletana degli Oziosi, Giovan Battista Manso, ricopre (per volontà esplicita del defunto) nella edificazione del monumento funebre di Giovan Battista Marino. Da Tanzio da Varallo (la cui pala di Pescocostanzo, celebre e misteriosa, viene svelata e restituita alle sue due anime, lombarda e napoletana), a Massimo Stanzione, ai cantieri della grande decorazione e della scultura funebre a Napoli il quadro ricostruito è anche una problematica e ponderosa introduzione a Salvator Rosa, protagonista del secondo tomo dell’opera, che vedrà la luce nel 2013. L’apparato fotografico è stato in parte elaborato appositamente per il volume, tra il 2011 e il 2012: in particolare delle opere a Pescocostanzo e del monumento di Giovan Battista Marino vengono offerte campagne fotografiche eseguite appositamente. Nell’Appendice trovano posto documenti pubblicati integralmente per la prima volta, che arricchiscono la storia artistica dell’Italia moderna di molti episodi inediti. I tomi sono stati citati e segnalati in numerose riviste specializzate e recensiti nelle due maggiori riviste internazionali di settore da FRANCESCA CAPPELLETTI, «The Burlington Magazine», 1368, CLIX, May 2017 pp. 398-399, e STÉPHANE LOIRE (Conservateur général Adjoint au directeur Département des Peintures Musée du Louvre), «Revue de l’art», 196, 2017, p. 80; anche ELIANA CARRARA ha dedicato al libro una recensione lusinghiera, derivata dalla presentazione del libro alla Fondazione Memofonte di Firenze, su «Valori tattili», Numero 9 (gennaio-giugno 2017), pp. 209-212.

Tra Napoli e Milano. Viaggi di artisti nell'Italia del Seicento. I. Da Tanzio da Varallo a Massimo Stanzione

CONTE F
2012-01-01

Abstract

Il piano complessivo dell’opera si articola in due tomi, tra loro strutturalmente collegati. Il primo, qui presentato, costituisce una vera e propria storia dell’arte nell’Italia del Seicento, in cui la capitale del Viceregno spagnolo, Napoli, appare in competizione e in dialogo costanti con Roma e con l’altro polo spagnolo in Italia, il ducato di Milano. Singolarmente attivo è il ruolo giocato per quasi quarant’anni da Pescocostanzo, località posta in posizione strategica tra le due grandi capitali del Centro e del Sud, polo di attrazione per molti artisti lombardi fin dal Quattrocento; molto articolati si rivelano i movimenti degli artisti, anche stranieri, tra Milano, Roma, Napoli e centri minori del Viceregno; nuova è la ricostruzione completa (poggiata su documenti che si ritenevano perduti) del ruolo che il fondatore dell’Accademia napoletana degli Oziosi, Giovan Battista Manso, ricopre (per volontà esplicita del defunto) nella edificazione del monumento funebre di Giovan Battista Marino. Da Tanzio da Varallo (la cui pala di Pescocostanzo, celebre e misteriosa, viene svelata e restituita alle sue due anime, lombarda e napoletana), a Massimo Stanzione, ai cantieri della grande decorazione e della scultura funebre a Napoli il quadro ricostruito è anche una problematica e ponderosa introduzione a Salvator Rosa, protagonista del secondo tomo dell’opera, che vedrà la luce nel 2013. L’apparato fotografico è stato in parte elaborato appositamente per il volume, tra il 2011 e il 2012: in particolare delle opere a Pescocostanzo e del monumento di Giovan Battista Marino vengono offerte campagne fotografiche eseguite appositamente. Nell’Appendice trovano posto documenti pubblicati integralmente per la prima volta, che arricchiscono la storia artistica dell’Italia moderna di molti episodi inediti. I tomi sono stati citati e segnalati in numerose riviste specializzate e recensiti nelle due maggiori riviste internazionali di settore da FRANCESCA CAPPELLETTI, «The Burlington Magazine», 1368, CLIX, May 2017 pp. 398-399, e STÉPHANE LOIRE (Conservateur général Adjoint au directeur Département des Peintures Musée du Louvre), «Revue de l’art», 196, 2017, p. 80; anche ELIANA CARRARA ha dedicato al libro una recensione lusinghiera, derivata dalla presentazione del libro alla Fondazione Memofonte di Firenze, su «Valori tattili», Numero 9 (gennaio-giugno 2017), pp. 209-212.
2012
978-88-7970-585-1
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/379101
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact