La parola competizione, dal latino compĕtītĭo, indica la gara, la sfida attraverso cui ci si misura con l’altro per conquistare e ottenere un primato; in senso ampio, essa rappresenta un comportamento, talora un atteggiamento, finalizzato a perseguire una risorsa limitata che implica il confronto e la vittoria. Sin dalla nascita, l’uomo è stato sempre coinvolto in differenti forme di competizione, basti pensare a tutti quei comportamenti che hanno permesso al genere umano di perpetuarsi nel tempo; successivamente, l’uomo ha creato ulteriori prodotti culturali in cui era in primo piano l’atto di misurarsi con l’altro e, tra questi, lo sport rappresenta uno dei contesti sociali più emblematici, in cui lo spirito agonistico che va generandosi tra i contendenti dà vita innanzitutto a momenti di confronto sul piano socio-culturale (Ravaglioli, 1990). Nello specifico, utilizzare l’espressione competizione sportiva significa circoscrivere questo momento di contesa all’ambito dello sport, con la consapevolezza che la competizione è una caratteristica sia ontologica, legata cioè allo sviluppo dell’essere umano, sia filogenetica, ovvero connessa allo sviluppo della specie. A differenza di altre forme di contesa da parte della specie uomo, la competizione sportiva si svolge sempre all’interno di un sistema normativo contrassegnato da regole; da questa prospettiva, essa rappresenta un esempio di configurazione sociale, in quanto presume una qualche forma di cooperazione tra i contendenti, l’approvazione di un regolamento e il riconoscimento di un arbitrato (Elias, Dunning, 1989). Di sovente, le derivazioni linguistiche del termine competizione sono utilizzate in maniera impropria sostituendole a quelle che si desumono dalla parola agonismo; in tal senso, si utilizzano spesso in maniera interscambiabile espressioni del tipo “avere un atteggiamento competitivo” o “avere un atteggiamento agonistico”, oppure, come l’ambito sportivo ci suggerisce, “praticare un’attività sportiva competitiva” o “praticare un’attività sportiva agonistica”. In realtà, l’agonismo e la competizione non sono due fenomeni sovrapponibili; se l’agonismo è una caratteristica sociale volta a ottenere il riconoscimento e la stima altrui, la competizione è un elemento presente in qualsiasi forma di interazione tra organismi e specie, laddove l’adeguamento dell’uno è ridotto dalla presenza dell’altro. Un’affermazione dalla quale è possibile partire per avviare un discorso di tipo educativo è quella che vede un parallelismo tra questi due termini; in tal senso, è possibile asserire che l’agonismo sta alla cultura come la competizione sta alla natura.

Competizione sportiva

Sergio Bellantonio
2015-01-01

Abstract

La parola competizione, dal latino compĕtītĭo, indica la gara, la sfida attraverso cui ci si misura con l’altro per conquistare e ottenere un primato; in senso ampio, essa rappresenta un comportamento, talora un atteggiamento, finalizzato a perseguire una risorsa limitata che implica il confronto e la vittoria. Sin dalla nascita, l’uomo è stato sempre coinvolto in differenti forme di competizione, basti pensare a tutti quei comportamenti che hanno permesso al genere umano di perpetuarsi nel tempo; successivamente, l’uomo ha creato ulteriori prodotti culturali in cui era in primo piano l’atto di misurarsi con l’altro e, tra questi, lo sport rappresenta uno dei contesti sociali più emblematici, in cui lo spirito agonistico che va generandosi tra i contendenti dà vita innanzitutto a momenti di confronto sul piano socio-culturale (Ravaglioli, 1990). Nello specifico, utilizzare l’espressione competizione sportiva significa circoscrivere questo momento di contesa all’ambito dello sport, con la consapevolezza che la competizione è una caratteristica sia ontologica, legata cioè allo sviluppo dell’essere umano, sia filogenetica, ovvero connessa allo sviluppo della specie. A differenza di altre forme di contesa da parte della specie uomo, la competizione sportiva si svolge sempre all’interno di un sistema normativo contrassegnato da regole; da questa prospettiva, essa rappresenta un esempio di configurazione sociale, in quanto presume una qualche forma di cooperazione tra i contendenti, l’approvazione di un regolamento e il riconoscimento di un arbitrato (Elias, Dunning, 1989). Di sovente, le derivazioni linguistiche del termine competizione sono utilizzate in maniera impropria sostituendole a quelle che si desumono dalla parola agonismo; in tal senso, si utilizzano spesso in maniera interscambiabile espressioni del tipo “avere un atteggiamento competitivo” o “avere un atteggiamento agonistico”, oppure, come l’ambito sportivo ci suggerisce, “praticare un’attività sportiva competitiva” o “praticare un’attività sportiva agonistica”. In realtà, l’agonismo e la competizione non sono due fenomeni sovrapponibili; se l’agonismo è una caratteristica sociale volta a ottenere il riconoscimento e la stima altrui, la competizione è un elemento presente in qualsiasi forma di interazione tra organismi e specie, laddove l’adeguamento dell’uno è ridotto dalla presenza dell’altro. Un’affermazione dalla quale è possibile partire per avviare un discorso di tipo educativo è quella che vede un parallelismo tra questi due termini; in tal senso, è possibile asserire che l’agonismo sta alla cultura come la competizione sta alla natura.
2015
978-88-917-2873-9
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/377951
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