Il volume, attraverso un’attenta analisi di sfondo del costrutto d’identità e del fenomeno sportivo nelle loro derive postmoderne, cerca di approfondire il delicato tema delle transizioni identitarie in ambito sportivo, secondo una prospettiva squisitamente pedagogica, tra l’altro scarsamente approfondita in letteratura. Il punto di partenza dell’autore è quello di domandarsi quale sia il nesso tra sport, identità e turning point esistenziali, allo scopo di proporre una visione alternativa della formazione del soggetto, sia in ambito formale sia in ambito sportivo. Nell’attualità anche le caratteristiche costitutive dello sport contemporaneo sembrano essere influenzate dalla pervasiva supremazia della tecnica che contraddistingue i nostri tempi. In tal senso, le componenti di iper-specializzazione, iper-razionalizzazione, iper-quantificazione e iper-spettacolarizzazione dello sport contemporaneo, richiamate all’interno del volume, sembrano andare in direzione opposta rispetto a quell’imprescindibile processo evolutivo di accompagnamento ed emancipazione della sfera identitaria in questo ambito; in altre parole, se in un contesto così carico di significato, come è da ritenere lo sport agonistico, è lecito pensare che il soggetto possa già incontrare delle criticità nel compiere quel “salto in lungo” utile a transitare verso forme differenti dell’età adulta, allora è anche ipotizzabile pensare che, alla luce delle caratteristiche così “dismorfiche” dello sport contemporaneo, le criticità si aggravino ulteriormente. Queste problematicità non emergono da quel progresso scientifico che ha riguardato, tra i tanti altri contesti del vivere quotidiano, anche lo sport, certamente da accogliere positivamente, bensì da un eccesso di enfasi delle componenti tecniche dello sport stesso, che lo hanno condotto verso derive costitutive che, in un certo qual senso, potremmo definire come “patologizzate”.
La vita dopo lo sport. Orientare le transizioni identitarie
BELLANTONIO, Sergio
2018-01-01
Abstract
Il volume, attraverso un’attenta analisi di sfondo del costrutto d’identità e del fenomeno sportivo nelle loro derive postmoderne, cerca di approfondire il delicato tema delle transizioni identitarie in ambito sportivo, secondo una prospettiva squisitamente pedagogica, tra l’altro scarsamente approfondita in letteratura. Il punto di partenza dell’autore è quello di domandarsi quale sia il nesso tra sport, identità e turning point esistenziali, allo scopo di proporre una visione alternativa della formazione del soggetto, sia in ambito formale sia in ambito sportivo. Nell’attualità anche le caratteristiche costitutive dello sport contemporaneo sembrano essere influenzate dalla pervasiva supremazia della tecnica che contraddistingue i nostri tempi. In tal senso, le componenti di iper-specializzazione, iper-razionalizzazione, iper-quantificazione e iper-spettacolarizzazione dello sport contemporaneo, richiamate all’interno del volume, sembrano andare in direzione opposta rispetto a quell’imprescindibile processo evolutivo di accompagnamento ed emancipazione della sfera identitaria in questo ambito; in altre parole, se in un contesto così carico di significato, come è da ritenere lo sport agonistico, è lecito pensare che il soggetto possa già incontrare delle criticità nel compiere quel “salto in lungo” utile a transitare verso forme differenti dell’età adulta, allora è anche ipotizzabile pensare che, alla luce delle caratteristiche così “dismorfiche” dello sport contemporaneo, le criticità si aggravino ulteriormente. Queste problematicità non emergono da quel progresso scientifico che ha riguardato, tra i tanti altri contesti del vivere quotidiano, anche lo sport, certamente da accogliere positivamente, bensì da un eccesso di enfasi delle componenti tecniche dello sport stesso, che lo hanno condotto verso derive costitutive che, in un certo qual senso, potremmo definire come “patologizzate”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.