Se dovessimo ripercorrere a volo d’uccello la storia della cultura così come si è venuta plasmando ed enucleando nei secoli, talvolta usufruendo di brusche accelerazioni che hanno permesso di rivendicare e concedere diritti e garanzie, talaltra conferendo la sensazione di una deprimente immobilità, dovremmo con dolente realismo constatare come una delle categorie più efferate che si presentano con i crismi della lunga durata sia la violenza, intesa come modalità pressoché esclusiva di instaurare relazioni di possesso, di dominio, di subalternità. La definizione medesima di violenza, con la sua radice latina ben prominente derivante da vis, pertiene da ere immemorabili all’area semantica della sopraffazione, spesso totalmente priva di alcuna razionale legittimazione, insita nel potere del più forte, oppure del bieco sfruttamento – di corpi, di lavoro, di vite umane – agito nei confronti di soggetti pensati, ritenuti, a torto o a ragione, e narrati come deboli, alieni, diversi e quindi in virtù di un distanziamento dal paradigma della presunta perfezione maschile e androcentrica, passibili di umiliazione ovvero di una designazione come non-persone, assolvendo in tal cinico riflesso la malvagità e la responsabilità dei maltrattamenti inferti

Asimmetrie di genere e violenza

Cagnolati
2019-01-01

Abstract

Se dovessimo ripercorrere a volo d’uccello la storia della cultura così come si è venuta plasmando ed enucleando nei secoli, talvolta usufruendo di brusche accelerazioni che hanno permesso di rivendicare e concedere diritti e garanzie, talaltra conferendo la sensazione di una deprimente immobilità, dovremmo con dolente realismo constatare come una delle categorie più efferate che si presentano con i crismi della lunga durata sia la violenza, intesa come modalità pressoché esclusiva di instaurare relazioni di possesso, di dominio, di subalternità. La definizione medesima di violenza, con la sua radice latina ben prominente derivante da vis, pertiene da ere immemorabili all’area semantica della sopraffazione, spesso totalmente priva di alcuna razionale legittimazione, insita nel potere del più forte, oppure del bieco sfruttamento – di corpi, di lavoro, di vite umane – agito nei confronti di soggetti pensati, ritenuti, a torto o a ragione, e narrati come deboli, alieni, diversi e quindi in virtù di un distanziamento dal paradigma della presunta perfezione maschile e androcentrica, passibili di umiliazione ovvero di una designazione come non-persone, assolvendo in tal cinico riflesso la malvagità e la responsabilità dei maltrattamenti inferti
2019
978-84-948270-9-9
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