L'attenzione agli insediamenti abitativi dei braccianti agricoli immigrati rappresenta un'occasione per riflettere sul fenomeno della globalizzazione delle campagne, ovvero per discutere di come i modelli di accumulazione capitalistica imposti dalla Grande Distribuzione Organizzata abbiamo modificato i processi di produzione, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli ed agroalimentari. L'affollamento delle campagne da parte di contingenti di braccianti immigrati disposti a lavorare a bassissimo costo e pronti a vivere in assenza di più elementari diritti è quindi una conseguenza di un nuovo corso che per massimizzare i profitti mette in pratica o accetta forme cruente di sfruttamento e di segregazione umana. Mentre tra le popolazioni autoctone la presenza dei migranti suscita resistenze e estende pregiudizi, in Puglia, come in molte altre regioni agricole d'Italia, trafficanti di uomini allestiscono un reticolo criminale che controlla le aree rurali, detta le regole del mercato e determina la trasformazione delle morfologie umane e sociali. Contro il potere delle agromafie, estese e ormai ramificate in tutta l'Europa, l'urgenza di nuovi strumenti di contrasto richiede fondamenti e consapevolezze in grado di concepire una lotta alla criminalità organizzata su scala transazionale e pertanto incentrata sulla promozione di interventi di welfare locale multiculturale e su azioni educative mirate ad una effettiva e reciproca inclusione.
Globalizzazione delle campagne e criminal hubs in Puglia. Le agromafie e le potenialità della transformative education
fanizza fiammetta
2018-01-01
Abstract
L'attenzione agli insediamenti abitativi dei braccianti agricoli immigrati rappresenta un'occasione per riflettere sul fenomeno della globalizzazione delle campagne, ovvero per discutere di come i modelli di accumulazione capitalistica imposti dalla Grande Distribuzione Organizzata abbiamo modificato i processi di produzione, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli ed agroalimentari. L'affollamento delle campagne da parte di contingenti di braccianti immigrati disposti a lavorare a bassissimo costo e pronti a vivere in assenza di più elementari diritti è quindi una conseguenza di un nuovo corso che per massimizzare i profitti mette in pratica o accetta forme cruente di sfruttamento e di segregazione umana. Mentre tra le popolazioni autoctone la presenza dei migranti suscita resistenze e estende pregiudizi, in Puglia, come in molte altre regioni agricole d'Italia, trafficanti di uomini allestiscono un reticolo criminale che controlla le aree rurali, detta le regole del mercato e determina la trasformazione delle morfologie umane e sociali. Contro il potere delle agromafie, estese e ormai ramificate in tutta l'Europa, l'urgenza di nuovi strumenti di contrasto richiede fondamenti e consapevolezze in grado di concepire una lotta alla criminalità organizzata su scala transazionale e pertanto incentrata sulla promozione di interventi di welfare locale multiculturale e su azioni educative mirate ad una effettiva e reciproca inclusione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.