Con "Oppio per Ovidio. Un libro del cuscino di 22 donne" (2000) la scrittrice tedesco-giapponese Yoko Tawada opera una inconsueta ripresa delle Metamorfosi di Ovidio nella Amburgo del XXI secolo realizzando un singolare connubio tra motivi provenienti da Ovidio e quelli derivati da un testo giapponese del X secolo, le Note del guanciale della dama di corte Sei Shōnagon. Trasferendo le figure antiche, in alcuni casi veri e propri relitti mitologici, nell’Amburgo contemporanea, la scrittrice conferisce al mito una nuova forza poetologica che non sta tanto nel ridelinearne forme e contorni, quanto nel permanente potere metamorfico messo in azione.
Tra Oriente e Occidente. Metamorfosi di Ovidio in "Oppio per Ovidio" di Yoko Tawada
L. Perrone Capano
2018-01-01
Abstract
Con "Oppio per Ovidio. Un libro del cuscino di 22 donne" (2000) la scrittrice tedesco-giapponese Yoko Tawada opera una inconsueta ripresa delle Metamorfosi di Ovidio nella Amburgo del XXI secolo realizzando un singolare connubio tra motivi provenienti da Ovidio e quelli derivati da un testo giapponese del X secolo, le Note del guanciale della dama di corte Sei Shōnagon. Trasferendo le figure antiche, in alcuni casi veri e propri relitti mitologici, nell’Amburgo contemporanea, la scrittrice conferisce al mito una nuova forza poetologica che non sta tanto nel ridelinearne forme e contorni, quanto nel permanente potere metamorfico messo in azione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.