Il saggio riflette sul disagio e sulla frustrazione provata per la scelta di propendere per un percorso che ha portato, almeno nell’antropologia culturale, a spostare l’attenzione dalla conoscenza alla comprensione dell’altro, e che non si è tradotto in politiche di sostegno allo sguardo in grado di incidere sull’immaginario collettivo. Mettendo in discussione la sovrapposizione tra la categoria del femminicidio e quella del delitto d'onore, interpretata come effetto dell'azione di stereotipi e pregiudizi nella costruzione della visione dell'altro, si analizza come caso etnografico l’omicidio di Hina Saleem avvenuto nella provincia bresciana la sera dell’11 agosto del 2006. Hina fu uccisa dal padre, con il concorso dei cognati della giovane vittima e di uno zio, e seppellita in una buca scavata in giardino. Il caso, che ha creato notevole scalpore, ha alterato le coscienze e ha fatto crescere il pregiudizio etnocentrico nei confronti degli immigrati. Gli attori della vicenda, questa la tesi che si sostiene, che hanno costruito il terreno dell’incontro, hanno però reso fragile il tessuto connettivo che avrebbe potuto sostenerlo. La conclusione cui si giunge è che alimentare una visione che vada oltre lo stereotipo, oltre la percezione occidentale di applicare categorie conoscitive note all’ignoto, potrebbe aiutare nel comprendere, e forse prevenire o quantomeno arginare, tali accadimenti.

Il panico straniero

RESTA, PATRIZIA
2017-01-01

Abstract

Il saggio riflette sul disagio e sulla frustrazione provata per la scelta di propendere per un percorso che ha portato, almeno nell’antropologia culturale, a spostare l’attenzione dalla conoscenza alla comprensione dell’altro, e che non si è tradotto in politiche di sostegno allo sguardo in grado di incidere sull’immaginario collettivo. Mettendo in discussione la sovrapposizione tra la categoria del femminicidio e quella del delitto d'onore, interpretata come effetto dell'azione di stereotipi e pregiudizi nella costruzione della visione dell'altro, si analizza come caso etnografico l’omicidio di Hina Saleem avvenuto nella provincia bresciana la sera dell’11 agosto del 2006. Hina fu uccisa dal padre, con il concorso dei cognati della giovane vittima e di uno zio, e seppellita in una buca scavata in giardino. Il caso, che ha creato notevole scalpore, ha alterato le coscienze e ha fatto crescere il pregiudizio etnocentrico nei confronti degli immigrati. Gli attori della vicenda, questa la tesi che si sostiene, che hanno costruito il terreno dell’incontro, hanno però reso fragile il tessuto connettivo che avrebbe potuto sostenerlo. La conclusione cui si giunge è che alimentare una visione che vada oltre lo stereotipo, oltre la percezione occidentale di applicare categorie conoscitive note all’ignoto, potrebbe aiutare nel comprendere, e forse prevenire o quantomeno arginare, tali accadimenti.
2017
978-88-6572-193-3
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