La concezione della morte, ovvero di quel complesso di attitudini e costumanze che accompagnano la privazione della vita nel corpo e il passaggio verso un eterogeneo quanto misterioso Aldilà, muta profondamente in un lungo periodo che possiamo collocare storicamente tra il XIII e il XV secolo. Secondo la credenza più accreditata, l’anima abbandona il corpo e va in un luogo a lei destinato in base al comportamento che l’individuo ha mantenuto durante la sua esistenza terrena. La rigida categorizzazione tra buoni e malvagi si riflette nella acritica accettazione di luoghi specifici come il Paradiso e l’Inferno, ai quali il tardo Medio Evo aggiunge l’invenzione del Purgatorio, spazio di attesa e purificazione delle anime. Per la genesi di una coscienza della morte e del suo fantasmagorico potere prenderemo in esame un particolare dit dal titolo Des trois morts et des trois vifs la cui prima stesura scritta è opera di Baudouin de Condé, troubadour vissuto alla corte di Margherita II, contessa delle Fiandre e dell’Hainaut nella seconda metà del XIII secolo. Variamente titolato nei manoscritti tramandati, il dit che narra l’incontro dei tre vivi e dei tre morti ha goduto di un’immensa fortuna nell’immaginario collettivo medievale.
Parlando con i morti. La creazione di un immaginario simbolico tra letteratura e iconografia (secoli XIII-XV)
CAGNOLATI, ANTONELLA
2015-01-01
Abstract
La concezione della morte, ovvero di quel complesso di attitudini e costumanze che accompagnano la privazione della vita nel corpo e il passaggio verso un eterogeneo quanto misterioso Aldilà, muta profondamente in un lungo periodo che possiamo collocare storicamente tra il XIII e il XV secolo. Secondo la credenza più accreditata, l’anima abbandona il corpo e va in un luogo a lei destinato in base al comportamento che l’individuo ha mantenuto durante la sua esistenza terrena. La rigida categorizzazione tra buoni e malvagi si riflette nella acritica accettazione di luoghi specifici come il Paradiso e l’Inferno, ai quali il tardo Medio Evo aggiunge l’invenzione del Purgatorio, spazio di attesa e purificazione delle anime. Per la genesi di una coscienza della morte e del suo fantasmagorico potere prenderemo in esame un particolare dit dal titolo Des trois morts et des trois vifs la cui prima stesura scritta è opera di Baudouin de Condé, troubadour vissuto alla corte di Margherita II, contessa delle Fiandre e dell’Hainaut nella seconda metà del XIII secolo. Variamente titolato nei manoscritti tramandati, il dit che narra l’incontro dei tre vivi e dei tre morti ha goduto di un’immensa fortuna nell’immaginario collettivo medievale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.