Nel delicato passaggio che l’Italia visse subito dopo il raggiungimento dell’unità politica, fu chiaro come il sistema scolastico dovesse avere un ruolo centrale nel fondare in maniera solida le basi del nuovo stato unitario. Gli ideali del Risorgimento, che si erano nutriti di apporti culturali diversi, si scontravano con una realtà storica in cui a fatica riuscivano a diventare prassi politica, mentre, nel panorama europeo, nuove tendenze filosofiche si facevano strada, a cominciare dal Positivismo. La situazione italiana mostra una sua specificità e dei caratteri peculiari dovuta all\'incontro-scontro, e talvolta alla contaminazione, con un hegelismo persistente e un classicismo che trovava in Carducci, e nel suo modello scolastico, il suo massimo esponente. Il volume cerca di “raccontare” una parte di questa storia, a partire da alcune polemiche sorte proprio intorno al mondo culturale del positivismo italiano e talvolta dentro di esso, coinvolgendo importanti studiosi, teorici e letterati, ma anche personaggi minori; un dibattito che ha per palcoscenico anzitutto le riviste, il cui ruolo emerge chiaramente dalla ricostruzione delle vicende, e che spesso prosegue nelle scritture private, in primis negli epistolari. Il risultato è un percorso di ricerca che parte dalle discussioni, animate da Trezza, sul concetto stesso di evoluzione, applicato con più o meno rigore ai fatti culturali e dunque anche alla storia della letteratura italiana, prosegue seguendo le polemiche (ancora attuali) sull’opportunità di rendere centrali o meno nella scuola italiana le discipline classiche (e qui emerge il peso di intellettuali del calibro di Graf e Pascoli) e si conclude con una breve riflessione su come Dante venga letto a fine Ottocento, anche alla luce del sorgere della “nuova filologia”.
Letteratura, scienza e scuola nell'Italia post-unitaria
VALERIO, SEBASTIANO
2015-01-01
Abstract
Nel delicato passaggio che l’Italia visse subito dopo il raggiungimento dell’unità politica, fu chiaro come il sistema scolastico dovesse avere un ruolo centrale nel fondare in maniera solida le basi del nuovo stato unitario. Gli ideali del Risorgimento, che si erano nutriti di apporti culturali diversi, si scontravano con una realtà storica in cui a fatica riuscivano a diventare prassi politica, mentre, nel panorama europeo, nuove tendenze filosofiche si facevano strada, a cominciare dal Positivismo. La situazione italiana mostra una sua specificità e dei caratteri peculiari dovuta all\'incontro-scontro, e talvolta alla contaminazione, con un hegelismo persistente e un classicismo che trovava in Carducci, e nel suo modello scolastico, il suo massimo esponente. Il volume cerca di “raccontare” una parte di questa storia, a partire da alcune polemiche sorte proprio intorno al mondo culturale del positivismo italiano e talvolta dentro di esso, coinvolgendo importanti studiosi, teorici e letterati, ma anche personaggi minori; un dibattito che ha per palcoscenico anzitutto le riviste, il cui ruolo emerge chiaramente dalla ricostruzione delle vicende, e che spesso prosegue nelle scritture private, in primis negli epistolari. Il risultato è un percorso di ricerca che parte dalle discussioni, animate da Trezza, sul concetto stesso di evoluzione, applicato con più o meno rigore ai fatti culturali e dunque anche alla storia della letteratura italiana, prosegue seguendo le polemiche (ancora attuali) sull’opportunità di rendere centrali o meno nella scuola italiana le discipline classiche (e qui emerge il peso di intellettuali del calibro di Graf e Pascoli) e si conclude con una breve riflessione su come Dante venga letto a fine Ottocento, anche alla luce del sorgere della “nuova filologia”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.