L’autodeterminazione e la libertà delle donne appaiono sempre più vincolate a un “regime discorsivo” che pur apparentemente meno vincolante rispetto al passato si rivela altrettanto efficace. Ciò è particolarmente evidente nel processo di medicalizzazione dei corpi femminili messa in atto dalle tecnologie della riproduzione e dalla chirurgia estetica e plastica, rappresentative di forme di controllo che, attraverso la manipolazione dei corpi, si insinuano sin nell’intimo dell’esistenza delle donne, modificandone le biografie. Nel caso delle tecnologie della riproduzione il controllo sul corpo femminile si manifesta attraverso il controllo della maternità (contraccezione, diagnosi pre-natale, procreazione medicalmente assistita, ecc.) e una conseguente sostituzione dei saperi femminili con il sapere medico. Una “maternità” che viene ricostruita dal sapere medico che ci dice cosa accade in un corpo che è di donna, dal concepimento al parto: informazioni che solo il medico sa e solo a lui, la donna o la coppia può rivolgersi per conoscere una verità che è “interna”, però, al suo corpo. Nel caso, invece, della chirurgia estetica e plastica, ispirandosi a una «pedagogia della inadeguatezza e della mancanza» l'industria farmaceutica e cosmetica attraverso la pubblicità fa in modo che gli uomini e le donne scoprano nel loro aspetto e, dunque, in loro stessi, “difetti” che risolvono utilizzando il prodotto pubblicizzato oppure sottoponendosi a pratiche di chirurgia estetica e plastica. La pedagogia, in tal senso, può rispondere attraverso diffusione, presso le istituzioni formative, di una cultura attenta all’educazione alla corporeità attraverso modelli di formazione di tipo embodiment.

Medicalizzazione dei corpi femminili ed educazione

LOPEZ, ANNA GRAZIA
2015-01-01

Abstract

L’autodeterminazione e la libertà delle donne appaiono sempre più vincolate a un “regime discorsivo” che pur apparentemente meno vincolante rispetto al passato si rivela altrettanto efficace. Ciò è particolarmente evidente nel processo di medicalizzazione dei corpi femminili messa in atto dalle tecnologie della riproduzione e dalla chirurgia estetica e plastica, rappresentative di forme di controllo che, attraverso la manipolazione dei corpi, si insinuano sin nell’intimo dell’esistenza delle donne, modificandone le biografie. Nel caso delle tecnologie della riproduzione il controllo sul corpo femminile si manifesta attraverso il controllo della maternità (contraccezione, diagnosi pre-natale, procreazione medicalmente assistita, ecc.) e una conseguente sostituzione dei saperi femminili con il sapere medico. Una “maternità” che viene ricostruita dal sapere medico che ci dice cosa accade in un corpo che è di donna, dal concepimento al parto: informazioni che solo il medico sa e solo a lui, la donna o la coppia può rivolgersi per conoscere una verità che è “interna”, però, al suo corpo. Nel caso, invece, della chirurgia estetica e plastica, ispirandosi a una «pedagogia della inadeguatezza e della mancanza» l'industria farmaceutica e cosmetica attraverso la pubblicità fa in modo che gli uomini e le donne scoprano nel loro aspetto e, dunque, in loro stessi, “difetti” che risolvono utilizzando il prodotto pubblicizzato oppure sottoponendosi a pratiche di chirurgia estetica e plastica. La pedagogia, in tal senso, può rispondere attraverso diffusione, presso le istituzioni formative, di una cultura attenta all’educazione alla corporeità attraverso modelli di formazione di tipo embodiment.
2015
978-88-98822-08-9
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