La scuola digitale per molti è uno slogan o forse un obiettivo politico, più che una reale esigenza didattica e sociale. Invece il digitale nelle scuole, se osservato da vicino e con onestà, dimostra la vivacità di un ecosistema di esperienze sempre più interessanti, ma difficili da raccontare in una prospettiva sistematica. L’innovazione didattica che si pratica in Italia da qualche anno è spesso oggetto di attenzione da parte dei giornali, eppure questi resoconti semplificano e distorcono il lavoro degli insegnanti e dei ricercatori impegnati sul campo. L’enfasi sull’introduzione dei tablet per ciascun allievo, oppure sul superamento dei libri di testo nella prospettiva di e-book autoprodotti, non spiegano le difficoltà di decine di migliaia di docenti e studenti che cercano di conciliare apprendimenti formali e pratiche informali anche attraverso la mediazione dei linguaggi digitali. Eppure se la scuola italiana, e in particolare quella digitale, si avesse la pazienza e le risorse per osservarla da vicino, dentro le aule, a fianco a studenti ed insegnanti, ci si potrebbe sorprendere di come le tecnologie mantengano, nonostante tutto, una promessa di liberazione, fatta di minuscole e continue innovazioni quotidiane.
La “scuola digitale”: a che punto siamo?
LIMONE, PIERPAOLO
2014-01-01
Abstract
La scuola digitale per molti è uno slogan o forse un obiettivo politico, più che una reale esigenza didattica e sociale. Invece il digitale nelle scuole, se osservato da vicino e con onestà, dimostra la vivacità di un ecosistema di esperienze sempre più interessanti, ma difficili da raccontare in una prospettiva sistematica. L’innovazione didattica che si pratica in Italia da qualche anno è spesso oggetto di attenzione da parte dei giornali, eppure questi resoconti semplificano e distorcono il lavoro degli insegnanti e dei ricercatori impegnati sul campo. L’enfasi sull’introduzione dei tablet per ciascun allievo, oppure sul superamento dei libri di testo nella prospettiva di e-book autoprodotti, non spiegano le difficoltà di decine di migliaia di docenti e studenti che cercano di conciliare apprendimenti formali e pratiche informali anche attraverso la mediazione dei linguaggi digitali. Eppure se la scuola italiana, e in particolare quella digitale, si avesse la pazienza e le risorse per osservarla da vicino, dentro le aule, a fianco a studenti ed insegnanti, ci si potrebbe sorprendere di come le tecnologie mantengano, nonostante tutto, una promessa di liberazione, fatta di minuscole e continue innovazioni quotidiane.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.