I tumori primitivi maligni della trachea sono forme estremamente rare ed hanno un aspetto istologico eterogeneo. Tali forme non sono facilmente classificabili per cui vengono riportate spesso o come parte di ampi studi o più frequentemente come singoli casi (case reports) esaminando l’aspetto istologico peculiare e caratteristico [1]. La distinzione tra tumori benigni e maligni non epiteliali è generalmente meno evidente rispetto alle forme epiteliali [2]. Infatti è estremamente difficile distinguere una forma benigna da forme tendenzialmente a comportamento maligno e da forme francamente maligne, per la difficoltà stessa della definizione del termine “neoplasia”. L’autore che ha meglio definito il termine neoplasia è stato l’oncologo Britannico Willis: “una massa anomala di tessuto la cui crescita eccessiva è scoordinata rispetto a quella del tessuto normale e persiste nella sua eccessività anche dopo la cessazione degli stimoli che l’hanno provocata” [3]. La distinzione tra tumori benigni o maligni infatti si basa su caratteristiche morfologiche, sul comportamento biologico, sulla invasività locale e sulla diffusione metastatica. In accordo con altri Autori, riteniamo che tumori tracheali generalmente considerati benigni, per le loro caratteristiche di invasività o di recidiva possano essere considerati potenzialmente maligni e pertanto vadano trattati come tali [1]. Pertanto nella definizione di benigno o maligno sono determinanti il comportamento clinico e l’evoluzione della storia naturale della lesione tracheale: nella nostra esperienza riteniamo che tutti i tipi di neoplasie tracheali, per l’impegno della via aerea principale e la frequente grave sintomatologia associata, possano essere distinte in tumori a basso, intermedio o alto grado di malignità.
LE NEOPLASIE MALIGNE NON EPITELIALI DELLA TRACHEA CERVICALE
LOIZZI, DOMENICO;SOLLITTO, FRANCESCO
2014-01-01
Abstract
I tumori primitivi maligni della trachea sono forme estremamente rare ed hanno un aspetto istologico eterogeneo. Tali forme non sono facilmente classificabili per cui vengono riportate spesso o come parte di ampi studi o più frequentemente come singoli casi (case reports) esaminando l’aspetto istologico peculiare e caratteristico [1]. La distinzione tra tumori benigni e maligni non epiteliali è generalmente meno evidente rispetto alle forme epiteliali [2]. Infatti è estremamente difficile distinguere una forma benigna da forme tendenzialmente a comportamento maligno e da forme francamente maligne, per la difficoltà stessa della definizione del termine “neoplasia”. L’autore che ha meglio definito il termine neoplasia è stato l’oncologo Britannico Willis: “una massa anomala di tessuto la cui crescita eccessiva è scoordinata rispetto a quella del tessuto normale e persiste nella sua eccessività anche dopo la cessazione degli stimoli che l’hanno provocata” [3]. La distinzione tra tumori benigni o maligni infatti si basa su caratteristiche morfologiche, sul comportamento biologico, sulla invasività locale e sulla diffusione metastatica. In accordo con altri Autori, riteniamo che tumori tracheali generalmente considerati benigni, per le loro caratteristiche di invasività o di recidiva possano essere considerati potenzialmente maligni e pertanto vadano trattati come tali [1]. Pertanto nella definizione di benigno o maligno sono determinanti il comportamento clinico e l’evoluzione della storia naturale della lesione tracheale: nella nostra esperienza riteniamo che tutti i tipi di neoplasie tracheali, per l’impegno della via aerea principale e la frequente grave sintomatologia associata, possano essere distinte in tumori a basso, intermedio o alto grado di malignità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.