È ancora possibile promuovere l’emancipazione del pensiero critico dall’etnocentrismo, e decostruire l’Occidente nella prospettiva della subalternità? Sulla base di questa prospettiva, supportata dal riferimento ai testi letterari di Mahasweta Devi e alle opere di Gayatri C. Spivak, cercherò di svelare l’aporia presente in ogni tentativo di istituire un rapporto con l’alterità, che voglia amministrarne l’immagine prevedibile, la rappresentazione, sulla base di unfondamento imprevedibile, l’immaginazione. Ciò premesso, analizzerò e descriverò la rappresentazione letteraria, a mio avviso, più significativa di tale aporia, da cui emerge la micrologia di un potere che, nel corso della storia, ha assunto come suo bersaglio il corpo femminile: per ribadirne la perenne subalternità a quello maschile, da un lato, per renderlo funzionale alla logica patriarcale del femminismo occidentale, dall’altro. Dall’abolizione della pratica indù del sati, decisa dal colonialismo inglese, alla guerra americana di “liberazione” delle donne afghane dal burqa, alle guerre delle contadine naxalite in Bengala, fino al velo vietato in Francia alle musulmane, il pensiero di Gayatri Chakravorty Spivak si definisce organico al pianeta.
Etica e corpo politico femminile nella prospettiva postcoloniale
STRAZZERI, IRENE
2010-01-01
Abstract
È ancora possibile promuovere l’emancipazione del pensiero critico dall’etnocentrismo, e decostruire l’Occidente nella prospettiva della subalternità? Sulla base di questa prospettiva, supportata dal riferimento ai testi letterari di Mahasweta Devi e alle opere di Gayatri C. Spivak, cercherò di svelare l’aporia presente in ogni tentativo di istituire un rapporto con l’alterità, che voglia amministrarne l’immagine prevedibile, la rappresentazione, sulla base di unfondamento imprevedibile, l’immaginazione. Ciò premesso, analizzerò e descriverò la rappresentazione letteraria, a mio avviso, più significativa di tale aporia, da cui emerge la micrologia di un potere che, nel corso della storia, ha assunto come suo bersaglio il corpo femminile: per ribadirne la perenne subalternità a quello maschile, da un lato, per renderlo funzionale alla logica patriarcale del femminismo occidentale, dall’altro. Dall’abolizione della pratica indù del sati, decisa dal colonialismo inglese, alla guerra americana di “liberazione” delle donne afghane dal burqa, alle guerre delle contadine naxalite in Bengala, fino al velo vietato in Francia alle musulmane, il pensiero di Gayatri Chakravorty Spivak si definisce organico al pianeta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.