Cosa vuol dire scrivere per l’infanzia? Diversi gli storici e gli illustri studiosi che hanno provato a cercare una risposta a questa domanda, giungendo a conclusioni più o meno simili, riassumibili nell’idea che la letteratura per l’infanzia possa offrire ai bambini più piccoli “qualcosa di speciale”, che i libri possano essere dei “contenitori” dai quali trarre preziose informazioni che i bambini, da soli, non sarebbero in grado di procurarsi e che sono loro indispensabili per diventare grandi. In questo senso chi scrive per l’infanzia ha una grande responsabilità: può decidere di utilizzare la scrittura per trasmettere modelli di comportamento, educando i bambini ad essere sempre “bravi” ed “obbedienti”, oppure può decidere di inventare storie per fornire loro chiavi di lettura indispensabili per comprendere meglio la realtà, per accedere alla conoscenza del mondo, per sperimentare, per interposta persona – attraverso le vicende dell’eroe o dell’eroina – le mille situazioni problematiche attraverso le quali, passo dopo passo, si realizzerà il loro percorso di crescita. Questo lo scopo della “buona” letteratura, in una metafora che ricorre spesso nei saggi che compongono il volume, che può rappresentare per i bambini e le bambine un “cassetto segreto” al quale attingere “cose preziose” per la vita e che è maggiormente in grado di indurre i bambini a porsi nei confronti delle storie in maniera critica e consapevole.

Introduzione. Per mettersi in viaggio, in B. De Serio, R. Caso (a cura di), Viaggiare tra le storie. Letteratura per l’infanzia e promozione della lettura

DE SERIO, BARBARA;CASO, ROSSELLA
2013-01-01

Abstract

Cosa vuol dire scrivere per l’infanzia? Diversi gli storici e gli illustri studiosi che hanno provato a cercare una risposta a questa domanda, giungendo a conclusioni più o meno simili, riassumibili nell’idea che la letteratura per l’infanzia possa offrire ai bambini più piccoli “qualcosa di speciale”, che i libri possano essere dei “contenitori” dai quali trarre preziose informazioni che i bambini, da soli, non sarebbero in grado di procurarsi e che sono loro indispensabili per diventare grandi. In questo senso chi scrive per l’infanzia ha una grande responsabilità: può decidere di utilizzare la scrittura per trasmettere modelli di comportamento, educando i bambini ad essere sempre “bravi” ed “obbedienti”, oppure può decidere di inventare storie per fornire loro chiavi di lettura indispensabili per comprendere meglio la realtà, per accedere alla conoscenza del mondo, per sperimentare, per interposta persona – attraverso le vicende dell’eroe o dell’eroina – le mille situazioni problematiche attraverso le quali, passo dopo passo, si realizzerà il loro percorso di crescita. Questo lo scopo della “buona” letteratura, in una metafora che ricorre spesso nei saggi che compongono il volume, che può rappresentare per i bambini e le bambine un “cassetto segreto” al quale attingere “cose preziose” per la vita e che è maggiormente in grado di indurre i bambini a porsi nei confronti delle storie in maniera critica e consapevole.
2013
9788854864597
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/222959
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