Il saggio indaga i motivi per i quali nel Novecento, nel ventesimo secolo della sua esistenza, la Chiesa cattolica è giunta, non senza contraddizioni e attraverso un cammino travagliato, ad un ripudio pressoché totale della guerra, dopo aver considerato, lungo tutta la sua esistenza, che potesse esistere una “guerra giusta”, le cui caratteristiche erano delineate nella dottrina. Nei pontificati novecenteschi è progressivamente cresciuto il rifiuto della guerra, mentre si è affinata una coscienza di pace che ha messo in ombra, fin quasi a cancellarla, la tradizionale dottrina sulla guerra giusta. La perdita del potere temporale, con le sue esigenze di difesa e di controllo del territorio, la profonda modificazione dell’evento bellico, con l’estensione abnorme della categoria del nemico e l’avvento della cosiddetta guerra totale, il coinvolgimento delle popolazioni civili nei conflitti, sono alcune delle cause del mutamento di considerazione che ha coinvolto il magistero e il vissuto, la gerarchia e la base, e che in queste pagine vengono ripercorse. Assieme, ovviamente, alla sensibilità dei papi che si sono succeduti nel Novecento, alle dinamiche che hanno portato alla celebrazione del Concilio, agli scenari di conflitto con i quali la Chiesa cattolica si è confrontata, dalla prima guerra mondiale “inutile strage” alla prima guerra del Golfo “avventura senza ritorno”.
La Chiesa e la guerra nel Novecento
PICCIAREDDA, STEFANO
2004-01-01
Abstract
Il saggio indaga i motivi per i quali nel Novecento, nel ventesimo secolo della sua esistenza, la Chiesa cattolica è giunta, non senza contraddizioni e attraverso un cammino travagliato, ad un ripudio pressoché totale della guerra, dopo aver considerato, lungo tutta la sua esistenza, che potesse esistere una “guerra giusta”, le cui caratteristiche erano delineate nella dottrina. Nei pontificati novecenteschi è progressivamente cresciuto il rifiuto della guerra, mentre si è affinata una coscienza di pace che ha messo in ombra, fin quasi a cancellarla, la tradizionale dottrina sulla guerra giusta. La perdita del potere temporale, con le sue esigenze di difesa e di controllo del territorio, la profonda modificazione dell’evento bellico, con l’estensione abnorme della categoria del nemico e l’avvento della cosiddetta guerra totale, il coinvolgimento delle popolazioni civili nei conflitti, sono alcune delle cause del mutamento di considerazione che ha coinvolto il magistero e il vissuto, la gerarchia e la base, e che in queste pagine vengono ripercorse. Assieme, ovviamente, alla sensibilità dei papi che si sono succeduti nel Novecento, alle dinamiche che hanno portato alla celebrazione del Concilio, agli scenari di conflitto con i quali la Chiesa cattolica si è confrontata, dalla prima guerra mondiale “inutile strage” alla prima guerra del Golfo “avventura senza ritorno”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.