Il saggio illustra una delle fasi della ricerca empirica “IL VANTAGGIO DELL’IMMIGRAZIONE. UN PROGETTO PER UNA CULTURA CONDIVISA” - POR PUGLIA 2000-2006 – COMPLEMENTO DI PROGRAMMAZIONE – ASSE III – MISURA 3.4, AZIONE D, LINEA B2 - ovvero quella relativa all’analisi del contesto lavorativo degli immigrati in Capitanata, finalizzata alla mappatura della domanda e dell’offerta del lavoro. Tale analisi è stata funzionale alla possibilità di individuare alcuni tra i profili professionali più richiesti dal mercato del lavoro locale, col fine di ipotizzare strategie utili a definire alcuni possibili percorsi formativi idonei ad adeguare la domanda di lavoro del territorio alla offerta di lavoro immigrata. Nella prima parte vengono presentate e argomentate le opzioni teoriche formulate in relazione alle scelte metodologiche assunte, che hanno inteso in particolare approfondire la dimensione qualitativa del fenomeno relativo alla condizione occupazionale dei soggetti immigrati per come essa è emersa attraverso i focus group e le interviste in profondità realizzate, oltre che attraverso il riferimento ai questionari somministrati sia ai datori di lavoro che ai soggetti immigrati. Nella seconda parte, l’analisi dei risultati focalizza alcuni aspetti chiave per la dimensione pedagogica: l’integrazione economica come inscindibile da quella sociale; il ruolo ‘culturale’ delle donne immigrate, con particolare riferimento alle lavoratrici provenienti dai paesi dell’Est; lo studio del modello del lavoro immigrato in Capitanata ala luce dei paradigmi di competitività, complementarietà, subalternità; l’identità precipua del lavoro e dei lavoratori in questa terra, alla luce di una loro particolare posizione ancorata ad un welfare assistenziale piuttosto che ad un welfare di comunità e partecipazione. In relazione ai risultati emersi dalla ricerca sul campo, la proposta pedagogica si configura come ‘complessa’, in ragione di un altrettanto ‘complesso’ bisogno di formazione del territorio: la stessa formazione professionale va collocata nel più ampio quadro della formazione tout court, cioè di quel processo formativo riferito alla persona nella sua integralità, costruttivamente impegnata a ritagliarsi un posto e un ruolo all’interno di una società globalizzata, i cui livelli di permanente cambiamento richiedono persone adeguatamente formate sul piano cognitivo, socio- relazionale ed emotivo-affettivo e capaci di gestire tale complessità, di fronteggiare la vertiginosa velocità di cambiamento e di sviluppare, pertanto, competenze trasversali. E, soprattutto, la progettazione formativa implica la ricerca di ‘strategie’ – politiche e sociali – affinché vengano inclusi come destinatari della formazione finalizzata all’integrazione non solo i lavoratori immigrati, ma, in egual misura, gli stessi lavoratori autoctoni.
Gli immigrati e il mondo del lavoro
LOIODICE, ISABELLA;SCARDICCHIO, ANTONIA CHIARA
2008-01-01
Abstract
Il saggio illustra una delle fasi della ricerca empirica “IL VANTAGGIO DELL’IMMIGRAZIONE. UN PROGETTO PER UNA CULTURA CONDIVISA” - POR PUGLIA 2000-2006 – COMPLEMENTO DI PROGRAMMAZIONE – ASSE III – MISURA 3.4, AZIONE D, LINEA B2 - ovvero quella relativa all’analisi del contesto lavorativo degli immigrati in Capitanata, finalizzata alla mappatura della domanda e dell’offerta del lavoro. Tale analisi è stata funzionale alla possibilità di individuare alcuni tra i profili professionali più richiesti dal mercato del lavoro locale, col fine di ipotizzare strategie utili a definire alcuni possibili percorsi formativi idonei ad adeguare la domanda di lavoro del territorio alla offerta di lavoro immigrata. Nella prima parte vengono presentate e argomentate le opzioni teoriche formulate in relazione alle scelte metodologiche assunte, che hanno inteso in particolare approfondire la dimensione qualitativa del fenomeno relativo alla condizione occupazionale dei soggetti immigrati per come essa è emersa attraverso i focus group e le interviste in profondità realizzate, oltre che attraverso il riferimento ai questionari somministrati sia ai datori di lavoro che ai soggetti immigrati. Nella seconda parte, l’analisi dei risultati focalizza alcuni aspetti chiave per la dimensione pedagogica: l’integrazione economica come inscindibile da quella sociale; il ruolo ‘culturale’ delle donne immigrate, con particolare riferimento alle lavoratrici provenienti dai paesi dell’Est; lo studio del modello del lavoro immigrato in Capitanata ala luce dei paradigmi di competitività, complementarietà, subalternità; l’identità precipua del lavoro e dei lavoratori in questa terra, alla luce di una loro particolare posizione ancorata ad un welfare assistenziale piuttosto che ad un welfare di comunità e partecipazione. In relazione ai risultati emersi dalla ricerca sul campo, la proposta pedagogica si configura come ‘complessa’, in ragione di un altrettanto ‘complesso’ bisogno di formazione del territorio: la stessa formazione professionale va collocata nel più ampio quadro della formazione tout court, cioè di quel processo formativo riferito alla persona nella sua integralità, costruttivamente impegnata a ritagliarsi un posto e un ruolo all’interno di una società globalizzata, i cui livelli di permanente cambiamento richiedono persone adeguatamente formate sul piano cognitivo, socio- relazionale ed emotivo-affettivo e capaci di gestire tale complessità, di fronteggiare la vertiginosa velocità di cambiamento e di sviluppare, pertanto, competenze trasversali. E, soprattutto, la progettazione formativa implica la ricerca di ‘strategie’ – politiche e sociali – affinché vengano inclusi come destinatari della formazione finalizzata all’integrazione non solo i lavoratori immigrati, ma, in egual misura, gli stessi lavoratori autoctoni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.