La conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale di importanza europea sono previsti già nel trattato istitutivo della Comunità Europea e successivamente in atti, conferenze, convenzioni e direttive della Unione, tutti finalizzati a inserire tale tematica nella politica ambientale europea. In questo contesto politico è stata emanata una normazione volta al raggiungimento di una migliore integrazione del patrimonio culturale urbano con il resto della città. Lo scopo è di generare investimenti, sviluppo locale e coinvolgimento dei cittadini, tutti fattori necessari per la tutela dei beni culturali e artistici. La loro conservazione è, infatti, in genere percepita come un problema da gestire a livello locale, attraverso una legislazione ordinaria o speciale, con l’obiettivo di assicurarne la “diversità” nel contesto europeo. Per quanto riguarda le disposizioni vigenti sull’inquinamento ambientale, contenute in alcune direttive comunitarie, di cui una di prossima emanazione, anche la definizione di “ambiente” nel frattempo è stata ampliata, riferendosi ad una dimensione umana e culturale, oltre che agli aspetti legati alle tradizioni. Ormai il concetto di “informazione/i ambientale” riguarda, oltre che la salute dell’uomo, la sua sicurezza e condizioni di vita, anche i siti culturali e le costruzioni, nella misura in cui sono, o rischiano di essere, alterati dallo stato degli elementi ambientali. Ovviamente gli effetti sono differenti nel caso del patrimonio culturale e architettonico, in quanto si accumulano nel tempo, spesso danneggiandolo in modo notevole. Negli ultimi decenni si è constatato che in tutta Europa il degrado dei beni esposti all’aperto ha subito un’accelerazione rilevante e che i tempi necessari per il restauro e la pulitura sono sempre più lunghi e gli interventi più costosi. Risulta, quindi, impellente individuare valori limite e soglie di allarme nei confronti dei principali inquinanti atmosferici, al fine di pianificare la riduzione delle emissioni e contenerne gli effetti indesiderati, come l’erosione, l’annerimento, la contaminazione biologica e lo stress fisico. Si deve tenere conto, comunque, della perdita culturale, in genere irreversibile, che ne consegue, difficilmente stimabile in termini monetari. La presente analisi si propone di effettuare un’analisi della normazione ambientale relativa ai beni culturali, emanata nell’Unione Europea e in Italia, al fine di individuare le possibili azioni da intraprendere, con la collaborazione e il supporto internazionale, per la quantificazione dei danni causati dall’inquinamento atmosferico ai beni culturali esposti all’aperto, nel tentativo di riuscire a rallentare il degrado dei manufatti e conservarne il contenuto.

Normazione ambientale e tutela del patrimonio culturale

SPADA, VALERIA;TRICASE, CATERINA
2006-01-01

Abstract

La conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale di importanza europea sono previsti già nel trattato istitutivo della Comunità Europea e successivamente in atti, conferenze, convenzioni e direttive della Unione, tutti finalizzati a inserire tale tematica nella politica ambientale europea. In questo contesto politico è stata emanata una normazione volta al raggiungimento di una migliore integrazione del patrimonio culturale urbano con il resto della città. Lo scopo è di generare investimenti, sviluppo locale e coinvolgimento dei cittadini, tutti fattori necessari per la tutela dei beni culturali e artistici. La loro conservazione è, infatti, in genere percepita come un problema da gestire a livello locale, attraverso una legislazione ordinaria o speciale, con l’obiettivo di assicurarne la “diversità” nel contesto europeo. Per quanto riguarda le disposizioni vigenti sull’inquinamento ambientale, contenute in alcune direttive comunitarie, di cui una di prossima emanazione, anche la definizione di “ambiente” nel frattempo è stata ampliata, riferendosi ad una dimensione umana e culturale, oltre che agli aspetti legati alle tradizioni. Ormai il concetto di “informazione/i ambientale” riguarda, oltre che la salute dell’uomo, la sua sicurezza e condizioni di vita, anche i siti culturali e le costruzioni, nella misura in cui sono, o rischiano di essere, alterati dallo stato degli elementi ambientali. Ovviamente gli effetti sono differenti nel caso del patrimonio culturale e architettonico, in quanto si accumulano nel tempo, spesso danneggiandolo in modo notevole. Negli ultimi decenni si è constatato che in tutta Europa il degrado dei beni esposti all’aperto ha subito un’accelerazione rilevante e che i tempi necessari per il restauro e la pulitura sono sempre più lunghi e gli interventi più costosi. Risulta, quindi, impellente individuare valori limite e soglie di allarme nei confronti dei principali inquinanti atmosferici, al fine di pianificare la riduzione delle emissioni e contenerne gli effetti indesiderati, come l’erosione, l’annerimento, la contaminazione biologica e lo stress fisico. Si deve tenere conto, comunque, della perdita culturale, in genere irreversibile, che ne consegue, difficilmente stimabile in termini monetari. La presente analisi si propone di effettuare un’analisi della normazione ambientale relativa ai beni culturali, emanata nell’Unione Europea e in Italia, al fine di individuare le possibili azioni da intraprendere, con la collaborazione e il supporto internazionale, per la quantificazione dei danni causati dall’inquinamento atmosferico ai beni culturali esposti all’aperto, nel tentativo di riuscire a rallentare il degrado dei manufatti e conservarne il contenuto.
2006
9788890246029
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/16825
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