Esiste un’evidente relazione tra la storia dell’infanzia e quella delle donne, sia perché entrambe sono accomunate da un secolare destino di invisibilità sociale, tanto che gli studi di storia dell’infanzia e quelli di genere sono relativamente recenti, sia perché l’evoluzione storica di uno dei due settori ha contribuito a maturare i risvolti storiografici dell’altro. Più precisamente, gli studi di genere devono i loro primi sviluppi all’attenzione che la società ha progressivamente manifestato nei confronti dell’infanzia e della sua tutela. Da sempre centrata sulla dimensione del materno, in seguito recuperata come strumento di riscatto sociale anche dalle più recenti rivendicazioni femministe, la storia delle donne è stata spesso legittimata come storia delle madri, dando origine ad un sapere molto più formalizzato, che ha avuto notevoli ripercussioni nei percorsi formativi femminili. E’ stata, dunque, la necessità di tutelare l’infanzia sul piano pedagogico ed educativo, oltre che dal punto di vista medico e sociale, a indurre a ripensare la cultura femminile e a definire i nuovi sviluppi di un sapere di genere che, per quanto ancora fortemente riduttivo e prescrittivo, in quanto finalizzato esclusivamente all’apprendimento del ruolo materno, per la prima volta riconosceva alla donna la possibilità di una formazione culturale coerente con la sua identità biologica e dava finalmente valore alla maternità e al sapere intuitivo della madre, manifestando risvolti culturali del tutto inaspettati e a totale vantaggio di un riscatto delle capacità di cura delle donne.
Due secoli di storia. Per ripercorrere la nascita di un nuovo modello di donna
DE SERIO, BARBARA
2012-01-01
Abstract
Esiste un’evidente relazione tra la storia dell’infanzia e quella delle donne, sia perché entrambe sono accomunate da un secolare destino di invisibilità sociale, tanto che gli studi di storia dell’infanzia e quelli di genere sono relativamente recenti, sia perché l’evoluzione storica di uno dei due settori ha contribuito a maturare i risvolti storiografici dell’altro. Più precisamente, gli studi di genere devono i loro primi sviluppi all’attenzione che la società ha progressivamente manifestato nei confronti dell’infanzia e della sua tutela. Da sempre centrata sulla dimensione del materno, in seguito recuperata come strumento di riscatto sociale anche dalle più recenti rivendicazioni femministe, la storia delle donne è stata spesso legittimata come storia delle madri, dando origine ad un sapere molto più formalizzato, che ha avuto notevoli ripercussioni nei percorsi formativi femminili. E’ stata, dunque, la necessità di tutelare l’infanzia sul piano pedagogico ed educativo, oltre che dal punto di vista medico e sociale, a indurre a ripensare la cultura femminile e a definire i nuovi sviluppi di un sapere di genere che, per quanto ancora fortemente riduttivo e prescrittivo, in quanto finalizzato esclusivamente all’apprendimento del ruolo materno, per la prima volta riconosceva alla donna la possibilità di una formazione culturale coerente con la sua identità biologica e dava finalmente valore alla maternità e al sapere intuitivo della madre, manifestando risvolti culturali del tutto inaspettati e a totale vantaggio di un riscatto delle capacità di cura delle donne.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.