L’area interessata dal complesso archeologico è posta su un vasto pianoro, la collina di Mazzalupo, localizzato lungo la via di Boccea (via Tassi), e si configura geomorfologicamente come un ampio altopiano proteso tra due vallate torrentizie, attualmente posto a ridosso del GRA (Grande Raccordo Anulare). L’indagine archeologica, finalizzata all’individuazione di settori a rischio per l’edificazione del nuovo quartiere residenziale, “Collina delle Muse”, ebbe inizio nel 1994, e fu caratterizzata da trincee indiziarie. Dal Gennaio al. Luglio 2001 si sono eseguiti scavi archeologici sistematici. La successiva campagna del luglio 2002 ha invece interessato un approfondimento di un settore selezionato per un intervento ove emergevano evidenti strati di crollo con tracce di intonaco. L’area di indagine principale è costituita da un quadrato di 700 x 600 mt circa risparmiato dai lavori edilizi e delimitato dai percorsi stradali moderni. Esso è caratterizzato da una complessa stratificazione cronologica e da una cattiva conservazione delle strutture purtroppo assai danneggiate dai lavori agricoli e pertanto conservate assai spesso solo a livello di fondazione, che sembrano articolarsi comunque in varie fasi che vanno dall’età preistorica a quella tardoantica. E’ stato individuato un complesso principale residenziale, ma con una fase con funzione produttiva, confermata dal rinvenimento di trincee di coltivazione e di infrastrutture sparse sul pianoro e un’ampia aree di necropoli. L’area si inserisce nel comparto nordoccidentale del comprensorio dell’Urbe, lungo il percorso dell’antica via Cornelia che collegava Roma con Caere (Cerveteri). Questo settore del suburbio, forse per la scarsa presenza di emergenze archeologiche monumentali, non ha mai suscitato un particolare interesse da parte degli studiosi e le notizie che si raccolgono sono relative alla ricostruzione del percorso della via Cornelia. Lo studio del complesso ha quindi stimolato l’inquadramento e la ricostruzione del paesaggio di questo settore suburbano. Si può ipotizzare un panorama generico che vede sorgere, tra il VI e il III secolo, lungo le arterie principali villaggi e piccole fattorie, è questo il caso di quello presso Castel di Guido, dove si identifica l’insediamento di Lorium o presso il Casale di Paola. L’importanza dell’arteria Roma-Caere in età arcaica deve aver dato a questo settore suburbano un particolare significato ma la documentazione archeologica non è di conforto ed è limitata a rinvenimenti di sepolture di probabile epoca etrusca localizzabili lungo il percorso viario. Con età medio repubblicana si assiste indubbiamente ad una riorganizzazione del territorio, cambiamento coincidente con un periodo di nuovo sviluppo e consolidamento dei confini romani, seguito alle lunghe guerre contro volsci e sanniti e alla presa di Veio. Tale riorganizzazione sembra caratterizzata dalla presenza di fondi dotati di un edificio di riferimento, in genere realizzato in blocchi o pezzame di tufo, situati in posizione leggeremente elavata più o meno al centro dell’area produttiva,. In questa generale distribuzione insediativa si può collocare anche la prima fase di vita del complesso di Mazzalupo, ma assai più complesso può apparire cercare di visualizzare una organizzazione sistematica dell’intero compresorio nell’età medio e tardo repubblicana. Va considerato comunque che questo settore del suburbio si delinea come caratterizzato dalla presenza di insediamenti prevalentemente rurali come i rinvenimenti archeologici noti sembrerebbero attestare, perlopiù caratterizzati da area di fr.ti fittili e da emergenze non particolarmente monumentali. Queste caratteristiche insediamentali permettono di ricostruire un paesaggio di età romana prevalentemente costituito da strutture produttive, contrariamente a quanto documentato per la fascia sudorientale del suburbio dove prevalgono i grandi complessi residenziali e le ville d’ozio, come ad esempio i grandi complessi lungo le vie Appia e Latina dei Quintili, dei Setti Bassi o quelli che popolavano i Colli Albani. Per quanto riguarda le fasi successive l’edificio presenta una ristrutturazione tardo repubblicana – primo imperiale con la realizzazione di un settore termale alla quale dovevano ricollegarsi i numerosi frammenti di stucco (per i quali si sta tentando in fase di restauro la ricostruzione di alcuni pannelli decorati con eroti) rinvenuti in uno strato di crollo. Un ampliamento dell’edificio si può ricondurre ad una fase tardoantica. L’abbandono dell’area si colloca intorno al V secolo d.C.

Suburbio di Roma .Una residenza produttiva lungo la via Cornelia

MARCHI, MARIA LUISA;
2008-01-01

Abstract

L’area interessata dal complesso archeologico è posta su un vasto pianoro, la collina di Mazzalupo, localizzato lungo la via di Boccea (via Tassi), e si configura geomorfologicamente come un ampio altopiano proteso tra due vallate torrentizie, attualmente posto a ridosso del GRA (Grande Raccordo Anulare). L’indagine archeologica, finalizzata all’individuazione di settori a rischio per l’edificazione del nuovo quartiere residenziale, “Collina delle Muse”, ebbe inizio nel 1994, e fu caratterizzata da trincee indiziarie. Dal Gennaio al. Luglio 2001 si sono eseguiti scavi archeologici sistematici. La successiva campagna del luglio 2002 ha invece interessato un approfondimento di un settore selezionato per un intervento ove emergevano evidenti strati di crollo con tracce di intonaco. L’area di indagine principale è costituita da un quadrato di 700 x 600 mt circa risparmiato dai lavori edilizi e delimitato dai percorsi stradali moderni. Esso è caratterizzato da una complessa stratificazione cronologica e da una cattiva conservazione delle strutture purtroppo assai danneggiate dai lavori agricoli e pertanto conservate assai spesso solo a livello di fondazione, che sembrano articolarsi comunque in varie fasi che vanno dall’età preistorica a quella tardoantica. E’ stato individuato un complesso principale residenziale, ma con una fase con funzione produttiva, confermata dal rinvenimento di trincee di coltivazione e di infrastrutture sparse sul pianoro e un’ampia aree di necropoli. L’area si inserisce nel comparto nordoccidentale del comprensorio dell’Urbe, lungo il percorso dell’antica via Cornelia che collegava Roma con Caere (Cerveteri). Questo settore del suburbio, forse per la scarsa presenza di emergenze archeologiche monumentali, non ha mai suscitato un particolare interesse da parte degli studiosi e le notizie che si raccolgono sono relative alla ricostruzione del percorso della via Cornelia. Lo studio del complesso ha quindi stimolato l’inquadramento e la ricostruzione del paesaggio di questo settore suburbano. Si può ipotizzare un panorama generico che vede sorgere, tra il VI e il III secolo, lungo le arterie principali villaggi e piccole fattorie, è questo il caso di quello presso Castel di Guido, dove si identifica l’insediamento di Lorium o presso il Casale di Paola. L’importanza dell’arteria Roma-Caere in età arcaica deve aver dato a questo settore suburbano un particolare significato ma la documentazione archeologica non è di conforto ed è limitata a rinvenimenti di sepolture di probabile epoca etrusca localizzabili lungo il percorso viario. Con età medio repubblicana si assiste indubbiamente ad una riorganizzazione del territorio, cambiamento coincidente con un periodo di nuovo sviluppo e consolidamento dei confini romani, seguito alle lunghe guerre contro volsci e sanniti e alla presa di Veio. Tale riorganizzazione sembra caratterizzata dalla presenza di fondi dotati di un edificio di riferimento, in genere realizzato in blocchi o pezzame di tufo, situati in posizione leggeremente elavata più o meno al centro dell’area produttiva,. In questa generale distribuzione insediativa si può collocare anche la prima fase di vita del complesso di Mazzalupo, ma assai più complesso può apparire cercare di visualizzare una organizzazione sistematica dell’intero compresorio nell’età medio e tardo repubblicana. Va considerato comunque che questo settore del suburbio si delinea come caratterizzato dalla presenza di insediamenti prevalentemente rurali come i rinvenimenti archeologici noti sembrerebbero attestare, perlopiù caratterizzati da area di fr.ti fittili e da emergenze non particolarmente monumentali. Queste caratteristiche insediamentali permettono di ricostruire un paesaggio di età romana prevalentemente costituito da strutture produttive, contrariamente a quanto documentato per la fascia sudorientale del suburbio dove prevalgono i grandi complessi residenziali e le ville d’ozio, come ad esempio i grandi complessi lungo le vie Appia e Latina dei Quintili, dei Setti Bassi o quelli che popolavano i Colli Albani. Per quanto riguarda le fasi successive l’edificio presenta una ristrutturazione tardo repubblicana – primo imperiale con la realizzazione di un settore termale alla quale dovevano ricollegarsi i numerosi frammenti di stucco (per i quali si sta tentando in fase di restauro la ricostruzione di alcuni pannelli decorati con eroti) rinvenuti in uno strato di crollo. Un ampliamento dell’edificio si può ricondurre ad una fase tardoantica. L’abbandono dell’area si colloca intorno al V secolo d.C.
2008
978-88-7228-494-0
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