“Il mondo si può guardare ad altezza d’uomo, ma anche dall’alto di una nuvola. Nella realtà si può entrare dalla porta principale o infilarvisi da un finestrino. Con le storie e i procedimenti fantastici per produrle noi aiutiamo i bambini ad entrare nella realtà dalla finestra, anziché dalla porta. E’ più divertente: dunque è più utile. Niente impedisce, del resto, di provocare l’impatto con la realtà per mezzo di ipotesi più impegnative”. Il programma pedagogico di Rodari - sorprendentemente attuale perché carico di innumerevoli spunti e produttive suggestioni - si caratterizza per la sua dimensione democratica e antiautoritaria, evidente nell’invito a liberarsi dai condizionamenti culturali che non consentono di guardare oltre, di andare a fondo nelle cose e di mettersi in gioco, a non essere schiavi di un utilizzo ideologico del pensiero che non permette di lasciarsi andare all’incertezza, al dubbio e alla curiosità e ad essere protagonisti della propria vita attraverso l’uso libero del linguaggio. “Un modo di rendere produttive le parole - scriveva Rodari - è quello di deformarle. Lo fanno i bambini, per gioco: un gioco che ha un contenuto molto serio, perché li aiuta a esplorare le possibilità delle parole, a dominarle, forzandole a declinazioni inedite”. Dominare le parole, dunque, per dominare la realtà che con le parole si costruisce. Al potere liberatorio del linguaggio sono dedicati i contributi del presente volume, che intende approfondire l’efficacia pedagogica e la valenza educativa del modello epistemologico rodariano e della sua creatività fantastica, tuttora considerata tra i dispositivi pedagogici maggiormente in grado di educare ad un pensiero divergente, occasione formativa di libertà e strumento ludico per incontrare e giocare con le strutture della propria immaginazione.
Dall'alto di una nuvola. Riflessioni sulla creatività fantastica di Gianni Rodari
DE SERIO, BARBARA
2012-01-01
Abstract
“Il mondo si può guardare ad altezza d’uomo, ma anche dall’alto di una nuvola. Nella realtà si può entrare dalla porta principale o infilarvisi da un finestrino. Con le storie e i procedimenti fantastici per produrle noi aiutiamo i bambini ad entrare nella realtà dalla finestra, anziché dalla porta. E’ più divertente: dunque è più utile. Niente impedisce, del resto, di provocare l’impatto con la realtà per mezzo di ipotesi più impegnative”. Il programma pedagogico di Rodari - sorprendentemente attuale perché carico di innumerevoli spunti e produttive suggestioni - si caratterizza per la sua dimensione democratica e antiautoritaria, evidente nell’invito a liberarsi dai condizionamenti culturali che non consentono di guardare oltre, di andare a fondo nelle cose e di mettersi in gioco, a non essere schiavi di un utilizzo ideologico del pensiero che non permette di lasciarsi andare all’incertezza, al dubbio e alla curiosità e ad essere protagonisti della propria vita attraverso l’uso libero del linguaggio. “Un modo di rendere produttive le parole - scriveva Rodari - è quello di deformarle. Lo fanno i bambini, per gioco: un gioco che ha un contenuto molto serio, perché li aiuta a esplorare le possibilità delle parole, a dominarle, forzandole a declinazioni inedite”. Dominare le parole, dunque, per dominare la realtà che con le parole si costruisce. Al potere liberatorio del linguaggio sono dedicati i contributi del presente volume, che intende approfondire l’efficacia pedagogica e la valenza educativa del modello epistemologico rodariano e della sua creatività fantastica, tuttora considerata tra i dispositivi pedagogici maggiormente in grado di educare ad un pensiero divergente, occasione formativa di libertà e strumento ludico per incontrare e giocare con le strutture della propria immaginazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.