Il lungo saggio pone a confronto i prodotti corografici di Biondo Flavio e di Enea Silvio Piccolomini con l’intento di scandagliarne i punti di contatto e di sottolinearne le divergenze per circoscrivere e definire con maggior precisione quelli che diverranno gli elementi fondativi della successiva ricerca intorno alla geografia storica di tipo nazionale e regionale sviluppatasi in Italia e in Europa in età umanistico-rinascimentale Al di là della funzione modellizzante svolta dallo schema dell’impianto espositivo dell’Italia illustrata, cui si richiama anche il Piccolomini nell’elaborazione della sua Cosmographia ovvero Historia rerum ubique gestarum locorumque descriptio, la novità dell’indagine risiede soprattutto nell’esame della diversa modalità di approccio con le realtà territoriali descritte, in cui è possibile rintracciare l’estrema modernità dei due umanisti, entrambi assai sensibili ai problemi della contemporaneità colta nei suoi multiformi aspetti, ma scoprirne anche le diverse istanze profonde che li sollecitano al loro lavoro di indagine: di tipo essenzialmente erudito e storico-antiquario, quelle del Biondo, di carattere invece sostanzialmente politico quelle di Piccolomini, mosso dall’indomito fervore di allestire una nuova crociata antiturca. I riflessi di questa duplice matrice, politico-religiosa e storico-geografica, vengono altresì rintracciati negli autori cinquecenteschi che si richiamano alle esperienze di Biondo e Piccolomini: dal Leandro Alberti della Descrittione di tutta Italia (1530 ca.), all’Antonio De Ferrariis Galateo del Liber de situ Iapygiae (1509). Lo studio è corredato da un conclusivo raffronto esemplificativo dell’analogo schema adottato dai due autori quattrocenteschi nelle loro rispettive descriptiones, da cui è possibile evincere non solo l’organica sequenza dei singoli temi e argomenti sviluppati, ma anche valutarne il diverso peso ‘ideologico’, che ciascuno di essi assume nel complesso dell’illustrazione e quindi nell’economia dell’opera
L'ultima crociata. Biondo, Piccolomini e l'indagine corografica.
DEFILIPPIS, DOMENICO
2009-01-01
Abstract
Il lungo saggio pone a confronto i prodotti corografici di Biondo Flavio e di Enea Silvio Piccolomini con l’intento di scandagliarne i punti di contatto e di sottolinearne le divergenze per circoscrivere e definire con maggior precisione quelli che diverranno gli elementi fondativi della successiva ricerca intorno alla geografia storica di tipo nazionale e regionale sviluppatasi in Italia e in Europa in età umanistico-rinascimentale Al di là della funzione modellizzante svolta dallo schema dell’impianto espositivo dell’Italia illustrata, cui si richiama anche il Piccolomini nell’elaborazione della sua Cosmographia ovvero Historia rerum ubique gestarum locorumque descriptio, la novità dell’indagine risiede soprattutto nell’esame della diversa modalità di approccio con le realtà territoriali descritte, in cui è possibile rintracciare l’estrema modernità dei due umanisti, entrambi assai sensibili ai problemi della contemporaneità colta nei suoi multiformi aspetti, ma scoprirne anche le diverse istanze profonde che li sollecitano al loro lavoro di indagine: di tipo essenzialmente erudito e storico-antiquario, quelle del Biondo, di carattere invece sostanzialmente politico quelle di Piccolomini, mosso dall’indomito fervore di allestire una nuova crociata antiturca. I riflessi di questa duplice matrice, politico-religiosa e storico-geografica, vengono altresì rintracciati negli autori cinquecenteschi che si richiamano alle esperienze di Biondo e Piccolomini: dal Leandro Alberti della Descrittione di tutta Italia (1530 ca.), all’Antonio De Ferrariis Galateo del Liber de situ Iapygiae (1509). Lo studio è corredato da un conclusivo raffronto esemplificativo dell’analogo schema adottato dai due autori quattrocenteschi nelle loro rispettive descriptiones, da cui è possibile evincere non solo l’organica sequenza dei singoli temi e argomenti sviluppati, ma anche valutarne il diverso peso ‘ideologico’, che ciascuno di essi assume nel complesso dell’illustrazione e quindi nell’economia dell’operaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.