I primi tentativi di superare il modello didattico tradizionale in virtù di un fare scuola capace di rivalutare la centralità dello studente nel processo di insegnamento-apprendimento risalgono alla prima metà del Novecento. A dare voce a questo bisogno di innovazione educativa contribuì il movimento delle scuole nuove e dell’attivismo pedagogico, che si diffuse soprattutto nell’Europa occidentale e in America e che si animò di una particolare attenzione nei confronti delle capacità di sviluppo autonomo del soggetto. Il contributo muove dall'analisi dei principi alla base del movimento dell'attivismo pedagogico per dimostrare la necessità di valorizzare le esperienze del soggetto in formazione. Questo il principio basilare della didattica tutoriale, che costituisce uno dei nuclei fondamentali del presente contributo e le cui idee regolative ruotano essenzialmente attorno ad alcuni principi essenziali: il nesso pensiero-azione, che induce a rivalutare l’attività pratico-opertiva nel processo di insegnamento-apprendimento; la libertà del soggetto in formazione, che induce a ripensare gli interventi formativi nell’ottica di una maggiore individualizzazione dell’insegnamento e di una maggiore attenzione alle storie di vita e alle esperienze di formazione degli studenti; la co-costruzione dei percorsi formativi che, anche grazie al nuovo ruolo assunto del docente - che nella didattica tutoriale diventa un facilitatore degli apprendimenti individuali - conferisce centralità e protagonismo attivo agli studenti e, contemporaneamente, valorizza una relazione docente-studente più orientata nella direzione dello scambio e della collaborazione. Perché gli studenti siano maggiormente motivati ad apprendere è necessario che l’apprendimento abbia luogo a contatto con l’esperienza. Ciò non significa solo che il processo di apprendimento deve aver luogo in un contesto laboratoriale che, in quanto sede della ricerca, della produzione e della scoperta, si configura come l’ambiente più idoneo a potenziare il pensiero creativo e produttivo del soggetto, migliorandone soprattutto la capacità di problem solving. Significa anche che i saperi devono essere significativi, ovvero che le conoscenze devono essere presentate in modo che risultino comprensibili al soggetto in formazione, in quanto relative alle sue esperienze di vita e professionali, e in modo che rispondano compiutamente ai suoi interessi.

Il tutor nell’apprendimento per problemi. Tra cognizione ed emozioni

DE SERIO, BARBARA
2007-01-01

Abstract

I primi tentativi di superare il modello didattico tradizionale in virtù di un fare scuola capace di rivalutare la centralità dello studente nel processo di insegnamento-apprendimento risalgono alla prima metà del Novecento. A dare voce a questo bisogno di innovazione educativa contribuì il movimento delle scuole nuove e dell’attivismo pedagogico, che si diffuse soprattutto nell’Europa occidentale e in America e che si animò di una particolare attenzione nei confronti delle capacità di sviluppo autonomo del soggetto. Il contributo muove dall'analisi dei principi alla base del movimento dell'attivismo pedagogico per dimostrare la necessità di valorizzare le esperienze del soggetto in formazione. Questo il principio basilare della didattica tutoriale, che costituisce uno dei nuclei fondamentali del presente contributo e le cui idee regolative ruotano essenzialmente attorno ad alcuni principi essenziali: il nesso pensiero-azione, che induce a rivalutare l’attività pratico-opertiva nel processo di insegnamento-apprendimento; la libertà del soggetto in formazione, che induce a ripensare gli interventi formativi nell’ottica di una maggiore individualizzazione dell’insegnamento e di una maggiore attenzione alle storie di vita e alle esperienze di formazione degli studenti; la co-costruzione dei percorsi formativi che, anche grazie al nuovo ruolo assunto del docente - che nella didattica tutoriale diventa un facilitatore degli apprendimenti individuali - conferisce centralità e protagonismo attivo agli studenti e, contemporaneamente, valorizza una relazione docente-studente più orientata nella direzione dello scambio e della collaborazione. Perché gli studenti siano maggiormente motivati ad apprendere è necessario che l’apprendimento abbia luogo a contatto con l’esperienza. Ciò non significa solo che il processo di apprendimento deve aver luogo in un contesto laboratoriale che, in quanto sede della ricerca, della produzione e della scoperta, si configura come l’ambiente più idoneo a potenziare il pensiero creativo e produttivo del soggetto, migliorandone soprattutto la capacità di problem solving. Significa anche che i saperi devono essere significativi, ovvero che le conoscenze devono essere presentate in modo che risultino comprensibili al soggetto in formazione, in quanto relative alle sue esperienze di vita e professionali, e in modo che rispondano compiutamente ai suoi interessi.
2007
9788861940055
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/10573
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