Nonostante le donne raggiungano traguardi formativi elevati, spesso con risultati qualitativamente superiori rispetto agli uomini e in tempi più brevi, a tale successo formativo non corrisponde ancora un riconoscimento in termini di possibilità occupazionali e di crescita professionale, anche perché, a causa di un serie di discriminazioni di genere, si tende ancora a considerare il lavoro femminile una manodopera poco qualificata. Il bilancio di competenze orientato in un’ottica di genere può essere utile sia per combattere stereotipi e pregiudizi sessisti che ancora svalorizzano il lavoro di cura delle donne e inducono ad atteggiamenti di prevaricazione, subordinazione e omologazione del genere femminile al genere maschile, sia per guidare le donne in un percorso di riflessione sulla specificità del lavoro femminile, che le induca a riconoscere la valenza formativa, e al tempo stesso professionale, delle pratiche di cura sperimentate in ambito familiare. Questo il nucleo centrale del contributo, che dopo un'excursus storico sul valore che ha assunto la narrazione nella formazione della coscienza femminile, si sofferma sulle pratiche narrative come strumento pedagogico fondamentale per avviare nelle donne un processo di consapevolizzazione delle proprie competenze e delle specificità che distinguono il genere femminile da quello maschile, rendendoli complementari.
Bilancio di competenze e orientamento di genere
DE SERIO, BARBARA
2007-01-01
Abstract
Nonostante le donne raggiungano traguardi formativi elevati, spesso con risultati qualitativamente superiori rispetto agli uomini e in tempi più brevi, a tale successo formativo non corrisponde ancora un riconoscimento in termini di possibilità occupazionali e di crescita professionale, anche perché, a causa di un serie di discriminazioni di genere, si tende ancora a considerare il lavoro femminile una manodopera poco qualificata. Il bilancio di competenze orientato in un’ottica di genere può essere utile sia per combattere stereotipi e pregiudizi sessisti che ancora svalorizzano il lavoro di cura delle donne e inducono ad atteggiamenti di prevaricazione, subordinazione e omologazione del genere femminile al genere maschile, sia per guidare le donne in un percorso di riflessione sulla specificità del lavoro femminile, che le induca a riconoscere la valenza formativa, e al tempo stesso professionale, delle pratiche di cura sperimentate in ambito familiare. Questo il nucleo centrale del contributo, che dopo un'excursus storico sul valore che ha assunto la narrazione nella formazione della coscienza femminile, si sofferma sulle pratiche narrative come strumento pedagogico fondamentale per avviare nelle donne un processo di consapevolizzazione delle proprie competenze e delle specificità che distinguono il genere femminile da quello maschile, rendendoli complementari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.