Il contributo presenta i risultati delle prime indagini archeologiche svolte sulle architetture dell’insediamento medievale scomparso di Montecorvino, ubicato sui Monti dauni. La città di Montecorvino, fondata dai Bizantini nell’XI sec., nell’ambito di un programma di rafforzamento della frontiera antilongobarda, andò declinando fra XIV e XV sec., fino a scomparire nei secoli successivi. Dal 2006 il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Foggia ha avviato un’indagine sistematica sull’abitato tramite campagne di fotografie aeree, prospezioni geofisiche, raccolte di materiale di superficie, scavo archeologico, analisi degli elevati. Il sito conserva infatti ancora cospicue vestigia di una torre e dell’edificio religioso, sede della cattedrale, fabbriche su cui si è incentrato lo studio preliminare delle architetture a vista, specifico oggetto del contributo. Le ricerche effettuate sulla torre (conservata per metà del suo sviluppo planimetrico su circa 25 m. di altezza), supportate da un rilievo degli elevati realizzato mediante fotoraddrizzamenti dei prospetti, hanno consentito di ricostruire le caratteristiche planivolumetriche e costruttive dell’edificio, suggerendone l’assegnazione ad età normanna avanzata e fornendo preziose informazioni anche sulle pratiche edilizie sottese alla costruzione (modalità di selezione dei materiali, crescita della fabbrica per livelli orizzontali, ecc.), sul livello di specializzazione e l’origine delle maestranze, sui tempi del cantiere. Di grande interesse appaiono anche i risultati, sia pur parziali, emersi dall’esame delle strutture del complesso episcopale (basilica, torri antistanti, cappella laterale, annessi), nelle quali si è ravvisato l’intervento di maestranze esterne, giunte probabilmente al seguito dei nuovi dominatori normanni, alla cui orbita rimandano anche la caratteristiche icnografiche dell’edificio di culto. Lo studio preliminare delle architetture in elevato di Montecorvino ha dunque consentito di trarre importanti dati (per la prima volta nel territorio, acquisiti su base eminentemente archeologica) sulla composizione e sull’organizzazione dei cantieri artefici della costruzione dei principali poli dell’insediamento tra XII e XIII sec., ponendo in luce la presenza di maestranze allogene, ma al tempo stesso i nessi e le modalità di relazione di queste ultime con le squadre di costruttori locali, e di conseguenza l’intreccio di esperienze, pratiche e culture tecniche che connotarono le attività edilizie svolte a Montecorvino nel pieno Medioevo.

La “sedia del diavolo”. Analisi preliminare delle architetture del sito medievale di Montecorvino (Foggia) in Capitanata

GIULIANI, ROBERTA;FAVIA, PASQUALE
2007-01-01

Abstract

Il contributo presenta i risultati delle prime indagini archeologiche svolte sulle architetture dell’insediamento medievale scomparso di Montecorvino, ubicato sui Monti dauni. La città di Montecorvino, fondata dai Bizantini nell’XI sec., nell’ambito di un programma di rafforzamento della frontiera antilongobarda, andò declinando fra XIV e XV sec., fino a scomparire nei secoli successivi. Dal 2006 il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Foggia ha avviato un’indagine sistematica sull’abitato tramite campagne di fotografie aeree, prospezioni geofisiche, raccolte di materiale di superficie, scavo archeologico, analisi degli elevati. Il sito conserva infatti ancora cospicue vestigia di una torre e dell’edificio religioso, sede della cattedrale, fabbriche su cui si è incentrato lo studio preliminare delle architetture a vista, specifico oggetto del contributo. Le ricerche effettuate sulla torre (conservata per metà del suo sviluppo planimetrico su circa 25 m. di altezza), supportate da un rilievo degli elevati realizzato mediante fotoraddrizzamenti dei prospetti, hanno consentito di ricostruire le caratteristiche planivolumetriche e costruttive dell’edificio, suggerendone l’assegnazione ad età normanna avanzata e fornendo preziose informazioni anche sulle pratiche edilizie sottese alla costruzione (modalità di selezione dei materiali, crescita della fabbrica per livelli orizzontali, ecc.), sul livello di specializzazione e l’origine delle maestranze, sui tempi del cantiere. Di grande interesse appaiono anche i risultati, sia pur parziali, emersi dall’esame delle strutture del complesso episcopale (basilica, torri antistanti, cappella laterale, annessi), nelle quali si è ravvisato l’intervento di maestranze esterne, giunte probabilmente al seguito dei nuovi dominatori normanni, alla cui orbita rimandano anche la caratteristiche icnografiche dell’edificio di culto. Lo studio preliminare delle architetture in elevato di Montecorvino ha dunque consentito di trarre importanti dati (per la prima volta nel territorio, acquisiti su base eminentemente archeologica) sulla composizione e sull’organizzazione dei cantieri artefici della costruzione dei principali poli dell’insediamento tra XII e XIII sec., ponendo in luce la presenza di maestranze allogene, ma al tempo stesso i nessi e le modalità di relazione di queste ultime con le squadre di costruttori locali, e di conseguenza l’intreccio di esperienze, pratiche e culture tecniche che connotarono le attività edilizie svolte a Montecorvino nel pieno Medioevo.
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