Il saggio analizza il rapporto tra la normativa sulla sicurezza sul lavoro e il contratto di appalto che, nella moderna organizzazione produttiva fortemente esternalizzata, rappresenta sempre più una scelta di organizzazione della produzione. Dopo aver esaminato le peculiarità fisiologiche della sicurezza nei lavori in appalto, derivanti soprattutto da una vera e propria diversificazione dei centri di potere decisionale (a causa della presenza di una molteplicità di imprenditori con organizzazioni e strutture non sempre omogenee) e dalla conseguente frammentazione dello svolgimento dei lavori, peculiarità che si ripercuotono non solo sulla delimitazione e sull’imputazione delle responsabilità, ma anche sulla stessa azione di prevenzione, il contributo si sofferma sulle principali tecniche legislative di disciplina della sicurezza negli appalti, rappresentate dal coinvolgimento del committente e dalla proliferazione delle figure professionali e, quindi, dei soggetti responsabili in materia di sicurezza. Ampio spazio è dedicato al ruolo centrale del committente, riconosciuto prima dalla giurisprudenza e poi dal legislatore (art. 7, D.Lgs. 626/1994), per garantire maggiore effettività alle garanzie prevenzionistiche negli appalti e nei subappalti, specie in un settore a rischio come quello dei cantieri. Il coinvolgimento del committente suggerisce poi alcune riflessioni sia sul rapporto tra la responsabilità prevenzionale di questa figura e lo schema delineato dall’art. 2087 c.c., sia sul sistema di tutele e responsabilità sancito dall’art. 29, D.Lgs. 276/2003. Quest’ultima norma viene analizzata in una duplice prospettiva: in relazione alle novità apportate alla nozione civilistica di appalto (appalti ad alta intensità di lavoro) e sul versante delle tutele predisposte a favore dei lavoratori (responsabilità solidale tra committente e appaltatore sul piano retributivo e previdenziale). L’ultima parte del saggio è dedicata ai rimedi giurisdizionali e, in particolare, all’ammissibilità dell’esecuzione in forma specifica degli obblighi prevenzionistici posti in capo a committente e appaltatore, quale tecnica giudiziale finalizzata a rendere effettiva la tutela della salute e della sicurezza anche nei lavori in appalto e, in tale àmbito, al ruolo del Rappresentate dei lavoratori per la sicurezza.

Appalto e sicurezza sul lavoro: tutele legislative e rimedi giurisdizionali

PASQUARELLA, VALENTINA
2007-01-01

Abstract

Il saggio analizza il rapporto tra la normativa sulla sicurezza sul lavoro e il contratto di appalto che, nella moderna organizzazione produttiva fortemente esternalizzata, rappresenta sempre più una scelta di organizzazione della produzione. Dopo aver esaminato le peculiarità fisiologiche della sicurezza nei lavori in appalto, derivanti soprattutto da una vera e propria diversificazione dei centri di potere decisionale (a causa della presenza di una molteplicità di imprenditori con organizzazioni e strutture non sempre omogenee) e dalla conseguente frammentazione dello svolgimento dei lavori, peculiarità che si ripercuotono non solo sulla delimitazione e sull’imputazione delle responsabilità, ma anche sulla stessa azione di prevenzione, il contributo si sofferma sulle principali tecniche legislative di disciplina della sicurezza negli appalti, rappresentate dal coinvolgimento del committente e dalla proliferazione delle figure professionali e, quindi, dei soggetti responsabili in materia di sicurezza. Ampio spazio è dedicato al ruolo centrale del committente, riconosciuto prima dalla giurisprudenza e poi dal legislatore (art. 7, D.Lgs. 626/1994), per garantire maggiore effettività alle garanzie prevenzionistiche negli appalti e nei subappalti, specie in un settore a rischio come quello dei cantieri. Il coinvolgimento del committente suggerisce poi alcune riflessioni sia sul rapporto tra la responsabilità prevenzionale di questa figura e lo schema delineato dall’art. 2087 c.c., sia sul sistema di tutele e responsabilità sancito dall’art. 29, D.Lgs. 276/2003. Quest’ultima norma viene analizzata in una duplice prospettiva: in relazione alle novità apportate alla nozione civilistica di appalto (appalti ad alta intensità di lavoro) e sul versante delle tutele predisposte a favore dei lavoratori (responsabilità solidale tra committente e appaltatore sul piano retributivo e previdenziale). L’ultima parte del saggio è dedicata ai rimedi giurisdizionali e, in particolare, all’ammissibilità dell’esecuzione in forma specifica degli obblighi prevenzionistici posti in capo a committente e appaltatore, quale tecnica giudiziale finalizzata a rendere effettiva la tutela della salute e della sicurezza anche nei lavori in appalto e, in tale àmbito, al ruolo del Rappresentate dei lavoratori per la sicurezza.
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