Verso la fine del 1452 o, più probabilmente, agli inizi del 1453, Enea Silvio Piccolomini inviava da Vienna al cardinale Giovanni di Carvajal la copia di uno scritto appena portato a termine: l’Historia Gothorum, un’epitome dei Getica dello storiografo Giorda ne (VI sec.), di cui qui si propone la prima edizione critica, fondata sull’esame completo dei sei testimoni manoscritti superstiti e dell’unica edizione a stampa, apparsa a Francoforte nel 1730. Nella lettera di accompagnamento, l’allora vescovo di Siena, in missione diplomatica nella capitale austriaca, spiegava le circostanze e le ragioni che ne avevano propiziato la redazione: il fortuito ritrovamento, nella biblioteca del monastero benedettino di Goettweig, nella Bassa Austria, di un esemplare dell’opera altomedievale, e la curiositas che da tempo lo sollecitava ad approfondire, sulla base di autorevoli testimonianze scritte, la conoscenza della storia del popolo goto, su cui circolavano notizie imprecise e inadeguate; una curiositas che non aveva ancora soddisfatto, non essendo riuscito a procurarsi il De bello Italico adversus Gothos gesto libri quattuor di Leonardo Bruni, e che gli consentì di ampliare le proprie conoscenze storiche, considerate come un patrimonio di erudizione di grande importanza su cui fondare la sua intensa attività diplomatica e la sua futura politica pontificia, all’interno della quale la lotta contro i Turchi avrebbe assunto un ruolo centrale. Il grande interesse dell’umanista per le vicende del passa to e per la storia dei popoli si inseriva peraltro in un pluriennale, denso impegno di studio e di scrittura che, tra il 1450 e il 1458, si concretizzò nella stesura di numerose opere di contenuto pedagogico- formativo, storiografico e geografico.

Enea Silvio Piccolomini, Historia Gothorum, a cura di F. Sivo

Sivo Francesca
2021-01-01

Abstract

Verso la fine del 1452 o, più probabilmente, agli inizi del 1453, Enea Silvio Piccolomini inviava da Vienna al cardinale Giovanni di Carvajal la copia di uno scritto appena portato a termine: l’Historia Gothorum, un’epitome dei Getica dello storiografo Giorda ne (VI sec.), di cui qui si propone la prima edizione critica, fondata sull’esame completo dei sei testimoni manoscritti superstiti e dell’unica edizione a stampa, apparsa a Francoforte nel 1730. Nella lettera di accompagnamento, l’allora vescovo di Siena, in missione diplomatica nella capitale austriaca, spiegava le circostanze e le ragioni che ne avevano propiziato la redazione: il fortuito ritrovamento, nella biblioteca del monastero benedettino di Goettweig, nella Bassa Austria, di un esemplare dell’opera altomedievale, e la curiositas che da tempo lo sollecitava ad approfondire, sulla base di autorevoli testimonianze scritte, la conoscenza della storia del popolo goto, su cui circolavano notizie imprecise e inadeguate; una curiositas che non aveva ancora soddisfatto, non essendo riuscito a procurarsi il De bello Italico adversus Gothos gesto libri quattuor di Leonardo Bruni, e che gli consentì di ampliare le proprie conoscenze storiche, considerate come un patrimonio di erudizione di grande importanza su cui fondare la sua intensa attività diplomatica e la sua futura politica pontificia, all’interno della quale la lotta contro i Turchi avrebbe assunto un ruolo centrale. Il grande interesse dell’umanista per le vicende del passa to e per la storia dei popoli si inseriva peraltro in un pluriennale, denso impegno di studio e di scrittura che, tra il 1450 e il 1458, si concretizzò nella stesura di numerose opere di contenuto pedagogico- formativo, storiografico e geografico.
2021
9788884509796
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/402284
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