La definizione del concetto di paesaggio quale palinsesto delle tracce sopravvissute delle attività antropiche nel corso del tempo impone, a chi si occupa dello studio dei paesaggi stratificatisi in un contesto territoriale, la necessità di percorrere la via dell’archeologia globale, ovvero del dialogo multidisciplinare e dell’integrazione dialettica tra competenze diverse. Questo, allo stato attuale del dibattito teorico metodologico sembrerebbe ad oggi il percorso più adatto, forse l’unico da intraprendere per potere consentire di leggere, sia pure in modo parziale, nelle stratificazioni del paesaggio contemporaneo le tracce delle strutture, delle culture e dei saperi tecnologici che si sono intrecciati nella vita quotidiana di ogni tempo. A tale proposito ci pare possibile sostenere metodologicamente uno specifico e originale contributo da parte delle ricerche ceramologiche nelle ambito dell’archeologia del paesaggio. Infatti le acquisizioni più specifiche e più “interne” alla ricerca sulle produzioni in terracotta (analisi morfo-tipologica, tipologica, funzionale, analisi dei traffici, degli scambi e degli influssi culturali), integrandosi strettamente con le analisi più tipicamente archeometriche e sui caratteri tecnici/produttivi, possono offrire elementi preziosissimi su scala locale e regionale per la ricostruzione delle dinamiche dei territori e non solo dei singoli siti. Tra i risultati raggiungibili in un buono studio dei manufatti ceramici ricordiamo: - l’individuazione dei bacini di approvvigionamento delle materie prime e delle risorse di un dato territorio (argille, ma anche digrassanti, rivestimenti, coloranti, etc, sino al legname per le officine) e dei canali della loro distribuzione nei centri produttivi pere definire le aree produttive e ambiti di lavoro; - determinare gli archi cronologici di frequentazione degli insediamenti; - definire i circuiti di circolazioni delle merci; - definire gerarchie degli insediamenti e dei territori sulla base della qualità dei prodotti ceramici - definire un rapporto funzionale fra contenitore e contenuti, al fine di determinare consumio alimentari in relazione alle risorse agropastorali Su questa scia di impostazione, il progetto di studio in questione si propone di indagare, attraverso lo studio della caratteristiche morfologiche e decorative delle ceramiche di epoca medievale, alcune caratteristiche del paesaggio antico, la cultura materiale della Capitanata tra XII e avanzato XV secolo d.C., le reti di approvvigionamento e definire i traffici commerciali a breve e lungo raggio con le regioni limitrofe e gli altri centri del mediterraneo. Il campione dei contesti indagati comprende sia siti d’altura che siti di pianura, dai grandi contesti urbani agli insediamenti più modesti, e aree portuali. Tra gli insediamenti posti nell’entroterra del Tavoliere delle Puglie, con materiale ceramico relativo ad una cronologia di fine XI prima metà del XIII secolo è il sito di Cancarro, realtà religiosa nel comprensorio comunale di Troia, mentre databile principalmente tra XIII e inizi XIV secolo sono le ceramiche indagate dai due siti di San Lorenzo in Carmignano e Masseria Pantano. Posto sulla linea di costa è invece l’insediamento costiero di Salapia, importante scalo portuale assieme a Siponto, i cui materiali di superficie sembrano riferirsi alla seconda metà del XIII e inizi XIV. Con un range cronologico più ampio è invece il materiale fittile rinvenuto durante le attività di scavo svolte a Montecorvino. Le sue ceramiche si riferiscono al periodo storico che corre dalla seconda metà del XII fino ad arrivare quasi agli inizi del XVI secolo. Infine, il campione comprende anche alcuni rinvenimenti di superficie che ci giungono da diverse aree archeologiche del territorio comunale di Deliceto, con riferimenti cronologici di XIII e XV secolo. A supporto poi dell’interpretazione e dello studio dei materiali ceramici provenienti dai siti campione, la ricerca verrà integrata con materiali sia inediti, come quelli dei siti di Ordona, Corleto e San Giovanni di Canosa, e i materiali editi da altri contesti di Capitanata, come ad esempio Vaccarizza, Castelfiorentino, Castepagano, Lucera, Siponto, ecc. Tale studio si inquadra inoltre nell’ambito di una ricerca più ampia mirata, sulla base dell’impostazione metodologica riassunta precedentemente, oltre che alla conoscenza dei singoli siti, anche delle forme produttive e delle strutture economiche-sociali in Capitanata fra medioevo ed età moderna. Uno dei fattori più importanti per la comprensione dei fenomeni sociali ed economici di un territorio è certamente lo studio della Cultura Materiale in cui spesso si riflettono significativi aspetti relativi alle conoscenze tecnologiche, alla circolazione delle materie prime e dei manufatti, ai rapporti produttivi, alle dinamiche economiche e sociali. Oggetto quindi per l’analisi del territorio in questione, quello daunio basso medievale, sarà la ceramica acroma e rivestita, fonte archeologica eloquente per la comprensione di fenomeni sociali e culturali in atto nelle società umane e la lettura del territorio e delle sue risorse. Essa sarà dunque analizzata partendo dalla sua produzione, alla sua diffusione e al suo utilizzo da parte di clientele appartenente a fasce sociali differenti tra loro. Produzione, diffusione e consumo saranno quindi tre degli elementi su cui sì svilupperà questa ricerca, nel tentativo di ricostruire i meccanismi che furono alla base dello sviluppo che ebbero in Capitanata le ceramiche rivestite medievali e moderne. L’integrazione e interazione fra lo studio tipologico e le analisi di carattere archeometrico consentiranno una dettagliata ricerca sulle aree di approvvigionamento delle materie prime, delle argille per impasti e strati coprenti (vetrine o smalti), del rapporto fra morfologie e tipo di utilizzo e in sostanza una lettura del dato ceramico in rapporto e in funzione con l’ambiente ai fini della ricostruzione delle caratteristiche del paesaggio e del territorio e delle sue risorse, anche attraverso le informazioni sulla cultura materiale.

La Capitanata nel Basso Medioevo: contributo dal dato ceramico per la comprensione di un territorio / Valenzano, Vincenzo. - (2016 Jun 23). [10.14274/UNIFG/FAIR/352074]

La Capitanata nel Basso Medioevo: contributo dal dato ceramico per la comprensione di un territorio

VALENZANO, VINCENZO
2016-06-23

Abstract

La definizione del concetto di paesaggio quale palinsesto delle tracce sopravvissute delle attività antropiche nel corso del tempo impone, a chi si occupa dello studio dei paesaggi stratificatisi in un contesto territoriale, la necessità di percorrere la via dell’archeologia globale, ovvero del dialogo multidisciplinare e dell’integrazione dialettica tra competenze diverse. Questo, allo stato attuale del dibattito teorico metodologico sembrerebbe ad oggi il percorso più adatto, forse l’unico da intraprendere per potere consentire di leggere, sia pure in modo parziale, nelle stratificazioni del paesaggio contemporaneo le tracce delle strutture, delle culture e dei saperi tecnologici che si sono intrecciati nella vita quotidiana di ogni tempo. A tale proposito ci pare possibile sostenere metodologicamente uno specifico e originale contributo da parte delle ricerche ceramologiche nelle ambito dell’archeologia del paesaggio. Infatti le acquisizioni più specifiche e più “interne” alla ricerca sulle produzioni in terracotta (analisi morfo-tipologica, tipologica, funzionale, analisi dei traffici, degli scambi e degli influssi culturali), integrandosi strettamente con le analisi più tipicamente archeometriche e sui caratteri tecnici/produttivi, possono offrire elementi preziosissimi su scala locale e regionale per la ricostruzione delle dinamiche dei territori e non solo dei singoli siti. Tra i risultati raggiungibili in un buono studio dei manufatti ceramici ricordiamo: - l’individuazione dei bacini di approvvigionamento delle materie prime e delle risorse di un dato territorio (argille, ma anche digrassanti, rivestimenti, coloranti, etc, sino al legname per le officine) e dei canali della loro distribuzione nei centri produttivi pere definire le aree produttive e ambiti di lavoro; - determinare gli archi cronologici di frequentazione degli insediamenti; - definire i circuiti di circolazioni delle merci; - definire gerarchie degli insediamenti e dei territori sulla base della qualità dei prodotti ceramici - definire un rapporto funzionale fra contenitore e contenuti, al fine di determinare consumio alimentari in relazione alle risorse agropastorali Su questa scia di impostazione, il progetto di studio in questione si propone di indagare, attraverso lo studio della caratteristiche morfologiche e decorative delle ceramiche di epoca medievale, alcune caratteristiche del paesaggio antico, la cultura materiale della Capitanata tra XII e avanzato XV secolo d.C., le reti di approvvigionamento e definire i traffici commerciali a breve e lungo raggio con le regioni limitrofe e gli altri centri del mediterraneo. Il campione dei contesti indagati comprende sia siti d’altura che siti di pianura, dai grandi contesti urbani agli insediamenti più modesti, e aree portuali. Tra gli insediamenti posti nell’entroterra del Tavoliere delle Puglie, con materiale ceramico relativo ad una cronologia di fine XI prima metà del XIII secolo è il sito di Cancarro, realtà religiosa nel comprensorio comunale di Troia, mentre databile principalmente tra XIII e inizi XIV secolo sono le ceramiche indagate dai due siti di San Lorenzo in Carmignano e Masseria Pantano. Posto sulla linea di costa è invece l’insediamento costiero di Salapia, importante scalo portuale assieme a Siponto, i cui materiali di superficie sembrano riferirsi alla seconda metà del XIII e inizi XIV. Con un range cronologico più ampio è invece il materiale fittile rinvenuto durante le attività di scavo svolte a Montecorvino. Le sue ceramiche si riferiscono al periodo storico che corre dalla seconda metà del XII fino ad arrivare quasi agli inizi del XVI secolo. Infine, il campione comprende anche alcuni rinvenimenti di superficie che ci giungono da diverse aree archeologiche del territorio comunale di Deliceto, con riferimenti cronologici di XIII e XV secolo. A supporto poi dell’interpretazione e dello studio dei materiali ceramici provenienti dai siti campione, la ricerca verrà integrata con materiali sia inediti, come quelli dei siti di Ordona, Corleto e San Giovanni di Canosa, e i materiali editi da altri contesti di Capitanata, come ad esempio Vaccarizza, Castelfiorentino, Castepagano, Lucera, Siponto, ecc. Tale studio si inquadra inoltre nell’ambito di una ricerca più ampia mirata, sulla base dell’impostazione metodologica riassunta precedentemente, oltre che alla conoscenza dei singoli siti, anche delle forme produttive e delle strutture economiche-sociali in Capitanata fra medioevo ed età moderna. Uno dei fattori più importanti per la comprensione dei fenomeni sociali ed economici di un territorio è certamente lo studio della Cultura Materiale in cui spesso si riflettono significativi aspetti relativi alle conoscenze tecnologiche, alla circolazione delle materie prime e dei manufatti, ai rapporti produttivi, alle dinamiche economiche e sociali. Oggetto quindi per l’analisi del territorio in questione, quello daunio basso medievale, sarà la ceramica acroma e rivestita, fonte archeologica eloquente per la comprensione di fenomeni sociali e culturali in atto nelle società umane e la lettura del territorio e delle sue risorse. Essa sarà dunque analizzata partendo dalla sua produzione, alla sua diffusione e al suo utilizzo da parte di clientele appartenente a fasce sociali differenti tra loro. Produzione, diffusione e consumo saranno quindi tre degli elementi su cui sì svilupperà questa ricerca, nel tentativo di ricostruire i meccanismi che furono alla base dello sviluppo che ebbero in Capitanata le ceramiche rivestite medievali e moderne. L’integrazione e interazione fra lo studio tipologico e le analisi di carattere archeometrico consentiranno una dettagliata ricerca sulle aree di approvvigionamento delle materie prime, delle argille per impasti e strati coprenti (vetrine o smalti), del rapporto fra morfologie e tipo di utilizzo e in sostanza una lettura del dato ceramico in rapporto e in funzione con l’ambiente ai fini della ricostruzione delle caratteristiche del paesaggio e del territorio e delle sue risorse, anche attraverso le informazioni sulla cultura materiale.
23-giu-2016
ceramica, produzione ceramica, cultura materiale, archeologia globale pottery, factoring, material culture, global archaeology
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