Abstract La struttura di questo lavoro propone una prima parte intitolata Dal diritto di essere bambini ai diritti dei bambini, dedicata alla storia dell’infanzia: la costruzione sociale di una categoria controversa. Se lʼinfante è oggi considerato come un individuo con la sua personalità, i suoi gusti e i suoi desideri, ciò è il risultato di una lunga costruzione sociale della categoria “bambinoˮ: siamo passati da una totale mancanza di status nelle società ancestrali, ad un posto di primo piano del fanciullo nel XXI secolo. Dagli inizi del Novecento, quindi, la centralità del bambino e della bambina, ne fanno finalmente soggetti giuridici e portatori di bisogni ed esigenze particolari: si apre la strada per la loro tutela attraverso i diritti dellʼinfanzia. Uno sguardo storico ai diritti dei bambini, per giungere allʼanalisi della Carta dei diritti dei bambini allʼarte e alla cultura, presentata a Bologna all’inizio di marzo 2011: diciotto principi per affermare il diritto dei piccoli all’arte e alla cultura racchiusi in un libro illustrato pubblicato da Edizioni Pendragon. La seconda parte della tesi, Storia e panorama dellʼevoluzione editoriale arte˗bambini, indaga sulle prime pubblicazioni artistiche europee rivolte allʼinfanzia, partendo dalla forte influenza del Costruttivismo russo, passando ad esaminare lʼattivissima Francia, precorritrice in questo campo sin dagli anni Cinquanta, la Germania dove la presenza dei libri dʼarte per bambini è datata e lʼambito anglosassone che, sin dalla seconda metà dellʼOttocento, ha dato i natali ai progenitori degli artisti contemporanei, che dedicano la loro attenzione all’immaginario infantile prima tramite i picturebook e successivamente con infiniti childrenʼs art books. In Italia non si può tracciare una vera e propria storia dellʼeditoria dʼarte per ragazzi. Molte le case editrici che hanno inserito nel loro catalogo libri che, in maniera trasversale, si rivolgono allʼarte per bambini e ragazzi o che, semplicemente, si prefiggono lʼobiettivo di spiegare ai giovani come disegnare, come usare i colori, o imparare le tecniche artistiche più importanti ma, almeno fino al 2004 quando nasce Artebambini, non esistono editori che si sono dedicati esclusivamente a questo tema. Possiamo però parlare di una storia di illustratori influenzati dalle correnti artistiche tardo ottocentesche e dei primi del Novecento, di libri˗dʼarte, di volumi e/o collane nate allʼinterno delle diverse case editrici, dalle più importanti alle minori, da quelle che pubblicano libri per adulti e per ragazzi, a quelle che si dedicano solo a testi per bambini, fino a quelle specializzate nellʼarte. Un percorso lungo ma davvero interessante che principia agli inizi del Novecento ed esplode negli anni Settanta con la collana di Pinin Carpi “Lʼarte per i bambiniˮ. Il decennio 1990˗2000 è di crescita costante: nascono piccole realtà editoriali connotate da una precisa progettualità, propri spazi di fruizione, specializzate nella pubblicazione di albi illustrati, con una marcata ricerca visiva, o in settori specifici quali l’intercultura o i temi sociali, la divulgazione e tantissimi altri progetti. E dagli anni Novanta, in ritardo rispetto al resto dʼEuropa, comincia una lenta diffusione dei libri dʼarte per bambini: accanto alle collane pioniere ˗ come quella della Vallardi ˗ sono sempre più numerose le iniziative editoriali in questo settore, pur se non tutte di alto livello poiché alcune pubblicazioni tendono ad assomigliare un poʼ troppo a libri di testo. Si prosegue quindi con lʼanalisi dellʼascesa di tale prodotto editoriale nel terzo capitolo, LʼArte di carta nel terzo millennio, scoprendo case editrici indipendenti che curano l’aspetto visivo, la ricerca grafica, la qualità della scrittura, la bellezza delle storie, per incidere profondamente sullʼeducazione allo sguardo, per educarlo alla bellezza. Libri d’arte per bambini, albi illustrati, libri senza parole, fumetti (e/o graphic novel), magnifici giardini dell’immaginario che devono essere coltivati per avvicinare lʼinfanzia a questo mondo immaginifico con allegria e curiosità, per una realizzazione consapevole di sé come individuo, con una sua personalità ben definita: stimolare e affascinare la sua fantasia, risvegliare il suo desiderio di conoscenza, comunicare un senso di venerazione per le meraviglie del mondo. Perché, come scriveva Bruno Bettelheim, «in un mondo che non fosse pieno di meraviglia, non varrebbe proprio la pena di crescere e di abitare»1. Schermi dʼarte è il titolo del quarto capitolo che nasce dallʼesigenza di non soffermarsi solo sullʼoggetto libro come “ausilio dʼarteˮ, ma esplorando tutto ciò che vive intorno ad esso o ne è una sua derivazione: dai primissimi video di Bruno Munari della TV nazionale (1956), ai vhs prodotti dal suo genio negli anni Novanta, Lʼarte come gioco, al cane blu Peo pubblicato in dvd da Gallucci, fino ai cartoni animati di Matì e Dadà, per la tv dei bambini che va a spasso nellʼarte, ai testi filmici dedicati. Imprescindibile appare lʼanalisi delle app, importanti strumenti ed elementi indispensabili in tutti gli ambienti di apprendimento, compresi quelli artisti e museali: non pare raro trovare, allʼinterno delle sale di una mostra, grazie allʼutilizzo delle nuove tecnologie come smarthphone, tablet e altri device, ausili digitali per il bambino, che può essere sollecitato favorevolmente attraverso immagini, suoni e altri stimoli sensoriali a giocare e ad interagire direttamente allʼinterno dello spazio espositivo. Ne derivano nuove forme di apprendimento e conoscenza artistica, oltre che tecnologica che possono aiutare lo sviluppo dei bambini, fornendo nuove opportunità di sperimentazione, di esplorazione e di auto ˗espressione. Infine, in appendice, non solo lo studio dei testi e dei media dedicati all’arte ma anche la preziosa possibilità di interloquire con esperti del settore, una piccola indagine qualitativa, unʼintervista sui temi della ricerca a scrittori, illustratori, educatori museali, formatori, che donano spessore con le loro riflessioni sui bambini, sullʼarte, sulla creatività. Una lettura critica di operatori del settore che dedicano il loro lavoro, il loro mestiere, la propria arte e la propria attenzione al mondo dellʼinfanzia. 1 Bettelheim, B., La Vienna di Freud, Milano, Feltrinelli, 1990, p. 169.

L’arte nell’editoria per bambini: arte di carta / Articoni, Angela. - (2016 Jun 13). [10.14274/UNIFG/FAIR/351644]

L’arte nell’editoria per bambini: arte di carta

ARTICONI, ANGELA
2016-06-13

Abstract

Abstract La struttura di questo lavoro propone una prima parte intitolata Dal diritto di essere bambini ai diritti dei bambini, dedicata alla storia dell’infanzia: la costruzione sociale di una categoria controversa. Se lʼinfante è oggi considerato come un individuo con la sua personalità, i suoi gusti e i suoi desideri, ciò è il risultato di una lunga costruzione sociale della categoria “bambinoˮ: siamo passati da una totale mancanza di status nelle società ancestrali, ad un posto di primo piano del fanciullo nel XXI secolo. Dagli inizi del Novecento, quindi, la centralità del bambino e della bambina, ne fanno finalmente soggetti giuridici e portatori di bisogni ed esigenze particolari: si apre la strada per la loro tutela attraverso i diritti dellʼinfanzia. Uno sguardo storico ai diritti dei bambini, per giungere allʼanalisi della Carta dei diritti dei bambini allʼarte e alla cultura, presentata a Bologna all’inizio di marzo 2011: diciotto principi per affermare il diritto dei piccoli all’arte e alla cultura racchiusi in un libro illustrato pubblicato da Edizioni Pendragon. La seconda parte della tesi, Storia e panorama dellʼevoluzione editoriale arte˗bambini, indaga sulle prime pubblicazioni artistiche europee rivolte allʼinfanzia, partendo dalla forte influenza del Costruttivismo russo, passando ad esaminare lʼattivissima Francia, precorritrice in questo campo sin dagli anni Cinquanta, la Germania dove la presenza dei libri dʼarte per bambini è datata e lʼambito anglosassone che, sin dalla seconda metà dellʼOttocento, ha dato i natali ai progenitori degli artisti contemporanei, che dedicano la loro attenzione all’immaginario infantile prima tramite i picturebook e successivamente con infiniti childrenʼs art books. In Italia non si può tracciare una vera e propria storia dellʼeditoria dʼarte per ragazzi. Molte le case editrici che hanno inserito nel loro catalogo libri che, in maniera trasversale, si rivolgono allʼarte per bambini e ragazzi o che, semplicemente, si prefiggono lʼobiettivo di spiegare ai giovani come disegnare, come usare i colori, o imparare le tecniche artistiche più importanti ma, almeno fino al 2004 quando nasce Artebambini, non esistono editori che si sono dedicati esclusivamente a questo tema. Possiamo però parlare di una storia di illustratori influenzati dalle correnti artistiche tardo ottocentesche e dei primi del Novecento, di libri˗dʼarte, di volumi e/o collane nate allʼinterno delle diverse case editrici, dalle più importanti alle minori, da quelle che pubblicano libri per adulti e per ragazzi, a quelle che si dedicano solo a testi per bambini, fino a quelle specializzate nellʼarte. Un percorso lungo ma davvero interessante che principia agli inizi del Novecento ed esplode negli anni Settanta con la collana di Pinin Carpi “Lʼarte per i bambiniˮ. Il decennio 1990˗2000 è di crescita costante: nascono piccole realtà editoriali connotate da una precisa progettualità, propri spazi di fruizione, specializzate nella pubblicazione di albi illustrati, con una marcata ricerca visiva, o in settori specifici quali l’intercultura o i temi sociali, la divulgazione e tantissimi altri progetti. E dagli anni Novanta, in ritardo rispetto al resto dʼEuropa, comincia una lenta diffusione dei libri dʼarte per bambini: accanto alle collane pioniere ˗ come quella della Vallardi ˗ sono sempre più numerose le iniziative editoriali in questo settore, pur se non tutte di alto livello poiché alcune pubblicazioni tendono ad assomigliare un poʼ troppo a libri di testo. Si prosegue quindi con lʼanalisi dellʼascesa di tale prodotto editoriale nel terzo capitolo, LʼArte di carta nel terzo millennio, scoprendo case editrici indipendenti che curano l’aspetto visivo, la ricerca grafica, la qualità della scrittura, la bellezza delle storie, per incidere profondamente sullʼeducazione allo sguardo, per educarlo alla bellezza. Libri d’arte per bambini, albi illustrati, libri senza parole, fumetti (e/o graphic novel), magnifici giardini dell’immaginario che devono essere coltivati per avvicinare lʼinfanzia a questo mondo immaginifico con allegria e curiosità, per una realizzazione consapevole di sé come individuo, con una sua personalità ben definita: stimolare e affascinare la sua fantasia, risvegliare il suo desiderio di conoscenza, comunicare un senso di venerazione per le meraviglie del mondo. Perché, come scriveva Bruno Bettelheim, «in un mondo che non fosse pieno di meraviglia, non varrebbe proprio la pena di crescere e di abitare»1. Schermi dʼarte è il titolo del quarto capitolo che nasce dallʼesigenza di non soffermarsi solo sullʼoggetto libro come “ausilio dʼarteˮ, ma esplorando tutto ciò che vive intorno ad esso o ne è una sua derivazione: dai primissimi video di Bruno Munari della TV nazionale (1956), ai vhs prodotti dal suo genio negli anni Novanta, Lʼarte come gioco, al cane blu Peo pubblicato in dvd da Gallucci, fino ai cartoni animati di Matì e Dadà, per la tv dei bambini che va a spasso nellʼarte, ai testi filmici dedicati. Imprescindibile appare lʼanalisi delle app, importanti strumenti ed elementi indispensabili in tutti gli ambienti di apprendimento, compresi quelli artisti e museali: non pare raro trovare, allʼinterno delle sale di una mostra, grazie allʼutilizzo delle nuove tecnologie come smarthphone, tablet e altri device, ausili digitali per il bambino, che può essere sollecitato favorevolmente attraverso immagini, suoni e altri stimoli sensoriali a giocare e ad interagire direttamente allʼinterno dello spazio espositivo. Ne derivano nuove forme di apprendimento e conoscenza artistica, oltre che tecnologica che possono aiutare lo sviluppo dei bambini, fornendo nuove opportunità di sperimentazione, di esplorazione e di auto ˗espressione. Infine, in appendice, non solo lo studio dei testi e dei media dedicati all’arte ma anche la preziosa possibilità di interloquire con esperti del settore, una piccola indagine qualitativa, unʼintervista sui temi della ricerca a scrittori, illustratori, educatori museali, formatori, che donano spessore con le loro riflessioni sui bambini, sullʼarte, sulla creatività. Una lettura critica di operatori del settore che dedicano il loro lavoro, il loro mestiere, la propria arte e la propria attenzione al mondo dellʼinfanzia. 1 Bettelheim, B., La Vienna di Freud, Milano, Feltrinelli, 1990, p. 169.
13-giu-2016
Letteratura per lʼinfanzia, arte, bambini, app, editoria per bambini e ragazzi.
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