La narrazione come approccio di studio delle “diete” mediali dei tweens: il digital storytelling come metodo etnografico e partecipato di ricerca e di riflessione sulle pratiche di produzione e di consumo mediale. ABSTRACT Le storie sono ovunque. Le storie sono il modo in cui ogni giorno percepiamo, organizziamo e comunichiamo la nostra vita. Nel nostro modo di vivere sono ormai presenti in modo pervasivo i media digitali. Con le storie raccontiamo il nostro modo di vivere e il nostro modo di utilizzare le tecnologie. Anche il rapporto tra vita e media digitali è fatto di storie; gli oggetti (le tecnologie digitali) le contengono e le raccontano. Le storie digitali che produciamo, per loro stessa natura, ci raccontano come le persone si relazionano con i media digitali, che uso/consumo ne fanno. Il lavoro di ricerca, partendo da tali considerazioni, si propone di indagare le forme di consumo mediale attraverso un approccio di tipo narrativo. La ricerca si concentra sui tweens al fine di individuare, attraverso delle storie digitali (digital storytelling), alcune tipologie generali di “diete” mediali. La ricerca confronta i dati rilevati dalla letteratura (quadro teorico e best practices) con situazioni reali di consumo mediale al fine di individuare i criteri guida per la definizione di tipologie generali di “diete” mediali a cui riportare i più comuni gesti di uso/consumo mediale giovanile. Il lavoro di ricerca sostiene che la metodologia del digital storytelling può essere adottata come metodo etnografico di documentazione narrativa delle pratiche di produzione e consumo mediale dei tweens. Il campo di ricerca individuato è quello del digital storytelling, che oltre ad essere usato come metodologia didattica coinvolgente ed immersiva, sarà studiato come strumento per la raccolta di informazioni e di dati relativi alle pratiche mediali dei tweens all’interno di contesti significativi. Il framework teorico-metodologico che sorregge il lavoro di tesi, è individuato nello spazio di intersezione di due correnti teoriche: quella sociologica dei cultural studies e quella pedagogica del socio-costruttivismo. Il lavoro di tesi recupera i tre concetti chiave dei cultural studies: 1) il concetto di soggettività; 2) il concetto di cultura; 3) il concetto di cornice sociale. Dalla scelta del framework teorico dei cultural studies deriva la prima opzione metodologica della ricerca fondata principalmente sul filone d’indagine della fruizione mediale che viene denominato come etnografia del consumo mediale. La letteratura metodologica di riferimento si colloca all’incrocio tra l’analisi del consumo come pratica soggettiva dotata di senso e l’analisi dei media come luogo di esperienza individuale e relazionale. Dall’approccio socio-costruttivista si recupera l’idea di una conoscenza socialmente costruita centrata sulla “costruzione di significato” attraverso forme di collaborazione e negoziazione sociale. Una costruzione della conoscenza come scambio, come processo interattivo, come narrazione. È qui che si colloca la seconda opzione metodologica della ricerca centrata sul digital storytelling. La tesi si articola in quattro capitoli. I primi due capitoli costituiscono l’impianto teorico-metodologico della tesi, i capitoli III e IV quello empirico. Nello specifico nel Capitolo I viene introdotto il framework teorico della tesi, principalmente basato su tre binomi: 1) media e minori, 2) narrazione ed educazione 2) consumo mediale e competenze digitali. Nel Capitolo II, quello metodologico, vengono illustrate le specifiche metodologie dell’etnografia del consumo mediale applicate al digital storytelling per studiare le diete mediali giovanili. Il Capitolo III è invece un compendio tecnico relativo al digital storytelling ovvero una descrizione dettagliata delle principali esperienze, progetti e dispositivi nazionali, europei e internazionali realizzate in questo campo. Nel Capitolo IV si cerca di delineare il profilo del tween nuovo narratore/consumatore di tecnologie incrociando alcuni dati raccolti sul campo, attraverso un questionario, e i dati che emergono da rapporti e ricerche sulla dieta mediale degli adolescenti.

La narrazione come approccio di studio delle “diete” mediali dei tweens: il digital storytelling come metodo etnografico e partecipato di ricerca e di riflessione sulle pratiche di produzione e di consumo mediale / DE MARCO, ELISABETTA LUCIA. - (2014 Sep 17). [10.14274/UNIFG/FAIR/331731]

La narrazione come approccio di studio delle “diete” mediali dei tweens: il digital storytelling come metodo etnografico e partecipato di ricerca e di riflessione sulle pratiche di produzione e di consumo mediale

DE MARCO, ELISABETTA LUCIA
2014-09-17

Abstract

La narrazione come approccio di studio delle “diete” mediali dei tweens: il digital storytelling come metodo etnografico e partecipato di ricerca e di riflessione sulle pratiche di produzione e di consumo mediale. ABSTRACT Le storie sono ovunque. Le storie sono il modo in cui ogni giorno percepiamo, organizziamo e comunichiamo la nostra vita. Nel nostro modo di vivere sono ormai presenti in modo pervasivo i media digitali. Con le storie raccontiamo il nostro modo di vivere e il nostro modo di utilizzare le tecnologie. Anche il rapporto tra vita e media digitali è fatto di storie; gli oggetti (le tecnologie digitali) le contengono e le raccontano. Le storie digitali che produciamo, per loro stessa natura, ci raccontano come le persone si relazionano con i media digitali, che uso/consumo ne fanno. Il lavoro di ricerca, partendo da tali considerazioni, si propone di indagare le forme di consumo mediale attraverso un approccio di tipo narrativo. La ricerca si concentra sui tweens al fine di individuare, attraverso delle storie digitali (digital storytelling), alcune tipologie generali di “diete” mediali. La ricerca confronta i dati rilevati dalla letteratura (quadro teorico e best practices) con situazioni reali di consumo mediale al fine di individuare i criteri guida per la definizione di tipologie generali di “diete” mediali a cui riportare i più comuni gesti di uso/consumo mediale giovanile. Il lavoro di ricerca sostiene che la metodologia del digital storytelling può essere adottata come metodo etnografico di documentazione narrativa delle pratiche di produzione e consumo mediale dei tweens. Il campo di ricerca individuato è quello del digital storytelling, che oltre ad essere usato come metodologia didattica coinvolgente ed immersiva, sarà studiato come strumento per la raccolta di informazioni e di dati relativi alle pratiche mediali dei tweens all’interno di contesti significativi. Il framework teorico-metodologico che sorregge il lavoro di tesi, è individuato nello spazio di intersezione di due correnti teoriche: quella sociologica dei cultural studies e quella pedagogica del socio-costruttivismo. Il lavoro di tesi recupera i tre concetti chiave dei cultural studies: 1) il concetto di soggettività; 2) il concetto di cultura; 3) il concetto di cornice sociale. Dalla scelta del framework teorico dei cultural studies deriva la prima opzione metodologica della ricerca fondata principalmente sul filone d’indagine della fruizione mediale che viene denominato come etnografia del consumo mediale. La letteratura metodologica di riferimento si colloca all’incrocio tra l’analisi del consumo come pratica soggettiva dotata di senso e l’analisi dei media come luogo di esperienza individuale e relazionale. Dall’approccio socio-costruttivista si recupera l’idea di una conoscenza socialmente costruita centrata sulla “costruzione di significato” attraverso forme di collaborazione e negoziazione sociale. Una costruzione della conoscenza come scambio, come processo interattivo, come narrazione. È qui che si colloca la seconda opzione metodologica della ricerca centrata sul digital storytelling. La tesi si articola in quattro capitoli. I primi due capitoli costituiscono l’impianto teorico-metodologico della tesi, i capitoli III e IV quello empirico. Nello specifico nel Capitolo I viene introdotto il framework teorico della tesi, principalmente basato su tre binomi: 1) media e minori, 2) narrazione ed educazione 2) consumo mediale e competenze digitali. Nel Capitolo II, quello metodologico, vengono illustrate le specifiche metodologie dell’etnografia del consumo mediale applicate al digital storytelling per studiare le diete mediali giovanili. Il Capitolo III è invece un compendio tecnico relativo al digital storytelling ovvero una descrizione dettagliata delle principali esperienze, progetti e dispositivi nazionali, europei e internazionali realizzate in questo campo. Nel Capitolo IV si cerca di delineare il profilo del tween nuovo narratore/consumatore di tecnologie incrociando alcuni dati raccolti sul campo, attraverso un questionario, e i dati che emergono da rapporti e ricerche sulla dieta mediale degli adolescenti.
17-set-2014
digital storytelling, consumo mediale, etnografia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/331731
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