L’attenzione dei ricercatori nell’ambito delle scienze motorie e sportive si dirige sempre più verso l’analisi epidemiologica relativa all’insorgenza degli infortuni, vuoi per l’obiettivo primario dello sport che persegue la promozione e la tutela della salute, vuoi per impedire una pratica sportiva frammentata ed ostacolata da interruzioni forzate, vuoi per i costi sanitari che l’infortunio comporta. L’individuazione di strategie tese a ridurre l’incidenza di infortuni si rende ancor più necessaria laddove lo sguardo è rivolto a soggetti in età evolutiva praticanti attività sportive: la possibilità di incorrere in interruzioni delle sedute di allenamento, infatti, può costituire un motivo di abbandono della pratica sportiva. Alla luce delle conoscenze relative agli sport di squadra ed a quelli individuali e di combattimento, la sollecitazione delle componenti implicate nella propriocezione appare oggi come uno dei percorsi possibili per aumentare la gestione del disequilibrio in compiti di appoggio monopodalico. Il lavoro, prendendo spunto da queste nuove esigenze nell’ambito della formazione sportiva giovanile e della preparazione atletica, tenta di tracciare un percorso operativo che sollecita alcuni aspetti legati alla prevenzione degli infortuni ed alla propriocezione. La scelta di indagare modalità di training e opportunità di intervento da parte del preparatore atletico nell’ambito dello sport nasce da un lato dalla consapevolezza della significatività di tale tipologia di intervento in ogni disciplina di situazione che prevede repentini spostamenti e brusche frenate; dall’altro lato, dalla conoscenza relativa alla notevole mole di traumi in ambito sportivo che interessano l’arto inferiore, con particolare riguardo al ginocchio ed alla tibio-tarsica. Nella prima parte vengono descritti i rapporti funzionali tra la capacità di equilibrio, la propriocezione, la coordinazione motoria e la progettazione dei movimenti finalizzati al mantenimento della postura. Nella seconda parte si descrivono le linee guida della formazione motoria sia in ambito giovanile per coloro che si avvicinano e praticano lo sport (per esempio, è questo il capitolo relativo alla formazione del giovane schermitore o quello dedicato al tema del rischio di infortunio nel calcio a 5), sia in ambito assoluto individuando contenuti e scelte metodologiche adattate alle varie fasce di età ed alle varie esigenze che nascono dal singolo sport. E’ il caso dei capitoli che affrontano gli effetti delle nuove tecnologie a carico delle componenti propriocettive, così come di quelle parti che analizzano cosa si deve intendere per “riatletizzazione” del soggetto a seguito di un infortunio. In modo particolare, in questa sezione vengono precisate le modalità con cui presentare i differenti contenuti per la formazione motoria evidenziando il ruolo del preparatore atletico nella selezione di compiti motori destinati ad ampliare il repertorio di abilità sia dei giovani praticanti che degli atleti evoluti. Nella seconda parte, inoltre, in modo più dettagliato ed argomentato, si presentano i risultati dei percorsi di ricerca svolti, finalizzati all’individuazione di un modus operandi capace di aumentare e migliorare dal punto di vista funzionale la capacità di gestione del disequilibrio. Affrontare il tema della propriocezione dal punto di vista motorio, è chiaro, non può risultare un’analisi esaustiva e completa del tema: troppo miope risulterebbe il lavoro se non si conoscesse, fin dalla decisione di analizzarlo, che preziosi risultano gli apporti multidisciplinari di altre figure professionali e scientifiche che sempre più spesso si dedicano a tale indagine. Il riferimento è agli osteopati, agli psicologi, ai terapisti della neuroriabilitazione, ai neurologi, agli optometristi e a quanti altri si occupano di propriocezione. Oggi questa rinnovata attenzione nei riguardi di aspetti sempre più raffinati e significativi del movimento dell’uomo, infatti, culmina dal punto di vista epistemologico nell’individuazione di un settore particolarmente fecondo di indagini, di applicazioni e di ricerca metodologica all’interno delle Scienze delle Attività Motorie e Sportive: l’ambito della Teoria e Metodologia delle Attività Preventive ed Adattate. In questa direzione, ogni acquisizione ottenuta nell’ambito delle Scienze Sportive che si occupano di affrontare e risolvere esigenze particolari nell’ambito del processo di controllo motorio, possono essere trasferite, considerate le necessarie differenziazioni e declinazioni, anche nella formazione motoria destinata all’età adulta, anziana, in ambito ricreativo e del tempo libero, nonché in quello che si rivolge ai diversamente abili.

The fencing lunge: analysis of load distribution to the lower limbs and gender-related differences in young fencers in relation to injury prevention

Sannicandro I.
Writing – Original Draft Preparation
;
Piccinno A.
Data Curation
;
Cataleta R.
Investigation
;
De Pascalis S.
Data Curation
2010-01-01

Abstract

L’attenzione dei ricercatori nell’ambito delle scienze motorie e sportive si dirige sempre più verso l’analisi epidemiologica relativa all’insorgenza degli infortuni, vuoi per l’obiettivo primario dello sport che persegue la promozione e la tutela della salute, vuoi per impedire una pratica sportiva frammentata ed ostacolata da interruzioni forzate, vuoi per i costi sanitari che l’infortunio comporta. L’individuazione di strategie tese a ridurre l’incidenza di infortuni si rende ancor più necessaria laddove lo sguardo è rivolto a soggetti in età evolutiva praticanti attività sportive: la possibilità di incorrere in interruzioni delle sedute di allenamento, infatti, può costituire un motivo di abbandono della pratica sportiva. Alla luce delle conoscenze relative agli sport di squadra ed a quelli individuali e di combattimento, la sollecitazione delle componenti implicate nella propriocezione appare oggi come uno dei percorsi possibili per aumentare la gestione del disequilibrio in compiti di appoggio monopodalico. Il lavoro, prendendo spunto da queste nuove esigenze nell’ambito della formazione sportiva giovanile e della preparazione atletica, tenta di tracciare un percorso operativo che sollecita alcuni aspetti legati alla prevenzione degli infortuni ed alla propriocezione. La scelta di indagare modalità di training e opportunità di intervento da parte del preparatore atletico nell’ambito dello sport nasce da un lato dalla consapevolezza della significatività di tale tipologia di intervento in ogni disciplina di situazione che prevede repentini spostamenti e brusche frenate; dall’altro lato, dalla conoscenza relativa alla notevole mole di traumi in ambito sportivo che interessano l’arto inferiore, con particolare riguardo al ginocchio ed alla tibio-tarsica. Nella prima parte vengono descritti i rapporti funzionali tra la capacità di equilibrio, la propriocezione, la coordinazione motoria e la progettazione dei movimenti finalizzati al mantenimento della postura. Nella seconda parte si descrivono le linee guida della formazione motoria sia in ambito giovanile per coloro che si avvicinano e praticano lo sport (per esempio, è questo il capitolo relativo alla formazione del giovane schermitore o quello dedicato al tema del rischio di infortunio nel calcio a 5), sia in ambito assoluto individuando contenuti e scelte metodologiche adattate alle varie fasce di età ed alle varie esigenze che nascono dal singolo sport. E’ il caso dei capitoli che affrontano gli effetti delle nuove tecnologie a carico delle componenti propriocettive, così come di quelle parti che analizzano cosa si deve intendere per “riatletizzazione” del soggetto a seguito di un infortunio. In modo particolare, in questa sezione vengono precisate le modalità con cui presentare i differenti contenuti per la formazione motoria evidenziando il ruolo del preparatore atletico nella selezione di compiti motori destinati ad ampliare il repertorio di abilità sia dei giovani praticanti che degli atleti evoluti. Nella seconda parte, inoltre, in modo più dettagliato ed argomentato, si presentano i risultati dei percorsi di ricerca svolti, finalizzati all’individuazione di un modus operandi capace di aumentare e migliorare dal punto di vista funzionale la capacità di gestione del disequilibrio. Affrontare il tema della propriocezione dal punto di vista motorio, è chiaro, non può risultare un’analisi esaustiva e completa del tema: troppo miope risulterebbe il lavoro se non si conoscesse, fin dalla decisione di analizzarlo, che preziosi risultano gli apporti multidisciplinari di altre figure professionali e scientifiche che sempre più spesso si dedicano a tale indagine. Il riferimento è agli osteopati, agli psicologi, ai terapisti della neuroriabilitazione, ai neurologi, agli optometristi e a quanti altri si occupano di propriocezione. Oggi questa rinnovata attenzione nei riguardi di aspetti sempre più raffinati e significativi del movimento dell’uomo, infatti, culmina dal punto di vista epistemologico nell’individuazione di un settore particolarmente fecondo di indagini, di applicazioni e di ricerca metodologica all’interno delle Scienze delle Attività Motorie e Sportive: l’ambito della Teoria e Metodologia delle Attività Preventive ed Adattate. In questa direzione, ogni acquisizione ottenuta nell’ambito delle Scienze Sportive che si occupano di affrontare e risolvere esigenze particolari nell’ambito del processo di controllo motorio, possono essere trasferite, considerate le necessarie differenziazioni e declinazioni, anche nella formazione motoria destinata all’età adulta, anziana, in ambito ricreativo e del tempo libero, nonché in quello che si rivolge ai diversamente abili.
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