L’atresia esofagea è un’anomalia congenita con mancata continuità dell’esofago, spesso associata a fistola tracheale a partenza dal moncone distale. La diagnosi prenatale è oggi sempre più frequente e l’intervento chirurgico di anastomosi deve essere effettuato dopo aver stabilizzato il neonato ( soluzione salina e.v. al 10% di glucosio ed antibioticoterapia ad ampio spettro) ed aver eseguito un Rx-gap per valutare la distanza tra i monconi e la presenza di fistola. La broncoscopia prima della correzione chirurgica identifica le eventuali fistole e la sede, la presenza di broco anomalo e il grado di tracheomalacia. Nella maggior parte dei casi è possibile, mediante toracotomia destra sul 4°spazio intercostale e dissezione extrapleurica, confezionare un’anastomosi primaria, previa chiusura della fistola sulla trachea, con punti staccati e a singolo strato. L’intervento prevede il posizionamento di un drenaggio toracico, necessario per individuare una complicanza precoce quale la deiscenza anastomotica, lasciato in sede per circa 7 giorni e rimosso dopo esofagogramma. Altre complicanze precoci sono la ricorrenza della fistole e le stenosi esofagee e, mentre per le prime si può tentare un approccio conservativo, in caso di stenosi funzionalmente significative le dilatazioni (sotto guida fluoroscopica o con dilatori) sono necessarie. La prognosi è generalmente buona anche se il RGE rappresenta la principale causa di morbidità. Il futuro per i neonati affetti da questa patologia è roseo. Sempre più si ricorre alla chirurgia toracoscopica e sempre maggiori conoscenze di patoembriologia porteranno a specifici trattamenti prenatali o tecniche di prevenzione. Ci sono dibattiti ancora sulla migliore tecnica chirurgica (approccio da sinistra in caso di arco aortico destro?), sul ricorso alla cervicostomia o sulla scelta dei sostituti esofagei. Ma almeno su quest’ultimo aspetto, i progressi dell’ingegneria tissutale consentiranno la ricostruzione esofagea con l’utilizzo di tessuto autologo.

Stato dell'arte sull'atresia esofagea

BARTOLI, FABIO
2012-01-01

Abstract

L’atresia esofagea è un’anomalia congenita con mancata continuità dell’esofago, spesso associata a fistola tracheale a partenza dal moncone distale. La diagnosi prenatale è oggi sempre più frequente e l’intervento chirurgico di anastomosi deve essere effettuato dopo aver stabilizzato il neonato ( soluzione salina e.v. al 10% di glucosio ed antibioticoterapia ad ampio spettro) ed aver eseguito un Rx-gap per valutare la distanza tra i monconi e la presenza di fistola. La broncoscopia prima della correzione chirurgica identifica le eventuali fistole e la sede, la presenza di broco anomalo e il grado di tracheomalacia. Nella maggior parte dei casi è possibile, mediante toracotomia destra sul 4°spazio intercostale e dissezione extrapleurica, confezionare un’anastomosi primaria, previa chiusura della fistola sulla trachea, con punti staccati e a singolo strato. L’intervento prevede il posizionamento di un drenaggio toracico, necessario per individuare una complicanza precoce quale la deiscenza anastomotica, lasciato in sede per circa 7 giorni e rimosso dopo esofagogramma. Altre complicanze precoci sono la ricorrenza della fistole e le stenosi esofagee e, mentre per le prime si può tentare un approccio conservativo, in caso di stenosi funzionalmente significative le dilatazioni (sotto guida fluoroscopica o con dilatori) sono necessarie. La prognosi è generalmente buona anche se il RGE rappresenta la principale causa di morbidità. Il futuro per i neonati affetti da questa patologia è roseo. Sempre più si ricorre alla chirurgia toracoscopica e sempre maggiori conoscenze di patoembriologia porteranno a specifici trattamenti prenatali o tecniche di prevenzione. Ci sono dibattiti ancora sulla migliore tecnica chirurgica (approccio da sinistra in caso di arco aortico destro?), sul ricorso alla cervicostomia o sulla scelta dei sostituti esofagei. Ma almeno su quest’ultimo aspetto, i progressi dell’ingegneria tissutale consentiranno la ricostruzione esofagea con l’utilizzo di tessuto autologo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11369/120348
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